Vesuvio, Regi Lagni tra detriti e incuria: «C'è rischio dissesto a Schiocca Nocella»

Vesuvio, Regi Lagni tra detriti e incuria: «C'è rischio dissesto a Schiocca Nocella»
di Francesco Gravetti
Sabato 2 Novembre 2019, 14:00
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Ripristinare lo stato dei luoghi dei Regi Lagni nel territorio del Parco Vesuvio e in particolare del lagno «Spirito Santo», in località Schiocca Nocella a Somma Vesuviana, oggi ricoperto di detriti al punto da rappresentare un pericolo per l'intera area a ridosso del monte Somma.

La richiesta parte da un'associazione, l'Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche, che ha inviato una richiestadiffida al ministero dell'Ambiente e al Parco nazionale del Vesuvio, oltre che alla Regione, all'Arpac e al Comune. L'Accademia, presieduta da Biagio Esposito, ha infatti avviato una collaborazione con l'Università Federico II, con l'Università siberiana federale di Krasnoyarsk e l'Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) per studiare i Regi Lagni e riportare alla luce l'impianto di architettura rurale di queste opere risalenti all'età borbonica. I Regi Lagni, infatti, costituivano la rete idrografica di canali per irreggimentare le acque, prevenire le inondazioni e tenere a disposizione le acque in caso di siccità.

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I Lagni (nome antico con cui si identificava il corso d'acqua che attraversava il nolano e si impaludava nella piana campana, cioè il Clanio) sono detti Regi perché la loro storia è legata all'amministrazione borbonica. I Re Borbone, infatti, ampliarono, completarono e perfezionarono l'assetto della rete abbozzata nel 600. Oltre a incanalare il deflusso delle acque meteorologiche, servivano anche come percorso pedonale e carrabile da parte dei contadini per poter accedere ai fondi agricoli. Spiega l'agronomo Salvatore Barra: «Dall'analisi dei documenti della Città di Somma Vesuviana, per esempio il verbale del 19 aprile del 1795 dell'Università di Somma Vesuviana si evince l'importanza dei Regi Lagni, che in più punti presentavano piazzole o scalini che servivano come sosta oppure per il deposito e lo smistamento dei prodotti raccolti».

Per questo quelli dell'Accademia chiedono un intervento di ripristino dello stato dei luoghi: «Possono essere molto utili per evitare frane e smottamenti, che purtroppo oggi sono molto frequenti nella zona di competenza del Parco Vesuvio proprio a causa di una manutenzione non ottimale. Nel 1984 è stata l'ultima volta che il comune di Somma Vesuviana ha autorizzato il taglio boschivo dell'intera montagna, da allora tutti gli interventi, a nostro parere, sono stati insufficienti ed oggi si rischia il dissesto idrogeologico anche a causa della distruzione dei Regi Lagni. Tecnici e funzionari della Regione e del Parco Vesuvio hanno preferito una manutenzione che, nei fatti, non ha finito col tutelare i Lagni e la ragione per cui sono nati».

L'Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche mette in particolare sotto i riflettori l'alveo «Spirito Santo» di Somma Vesuviana: «Se fosse bonificato, molti contadini avrebbero una nuova strada per accedere ai propri terreni. Anzi, sarebbe una strada antica che finalmente potrebbe tornare alla sua funzione. L'alveo Spirito Santo potrebbe diventare un gioiello di architettura rurale, un bene storico e ambientale che sarebbe anche molto utile». L'Accademia ha già predisposto una cartografia del percorso dei Lagni da bonificare e un dossier fotografico che illustrano lo stato di degrado in cui sono ridotti gli alvei a ridosso del territorio vesuviano. Peraltro, i Regi Lagni si estendono per buona parte della regione e non soltanto nell'area nolana e vesuviana. Arrivano anche a toccare le province di Benevento, Avellino e Caserta e riguardano un'area di circa 1000 chilometri quadrati.
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