Il Vesuvio sfregiato, è abusiva
persino la pista ciclabile: sequestro

Il Vesuvio sfregiato, è abusiva persino la pista ciclabile: sequestro
di Francesca Mari
Mercoledì 6 Maggio 2020, 08:36
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Una pista ciclabile abusiva realizzata in piena riserva naturale e percorsa dai bikers anche durante la fase 1, in barba a ogni divieto e perpetrando una serie di reati contro l'ecosistema e il pregio naturalistico dell'area. Ieri i carabinieri forestali del nucleo Biodiversità di Trecase, coordinati dal maresciallo Alessandro Longobardi, in collaborazione con il reparto Parco di San Sebastiano al Vesuvio hanno sequestrato tre ettari e mezzo della riserva forestale Tirone-Alto Vesuvio, l'ampio tracciato protetto che si estende per mille ettari. Il sequestro è avvenuto dopo un'indagine che ha svelato la presenza di una pista ciclabile abusiva di un chilometro e duecento metri, costruita ad arte e percorsa nonostante il divieto di ingresso nella riserva. Un sfregio al Vesuvio e alla natura ad opera di ignoti che dovranno essere individuati con il proseguire delle indagini, ma certamente attuato da un gruppo di bikers, sportivi e frequentatori del vulcano che solitamente si professano amanti dell'ambiente. Invece, probabilmente per poter percorrere liberamente la riserva - è vietato l'ingresso se non attraverso autorizzazione - i bikers non solo avevano abbattuto le reti creando ingressi abusivi ma avevano realizzato un circuito delimitato. I carabinieri hanno trovato le recinzioni rotte, il sentiero creato sul suolo attraverso il passaggio continuato delle due ruote e circa 300 fascette rosse applicate agli alberi per delimitare la pista abusiva. Inoltre sono stati trovati segni di utilizzo di seghetti, pinze e persino seghe elettriche.

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LE INDAGINI
Secondo gli inquirenti, la pista è stata percorsa fino a qualche giorno fa, quindi nel periodo in cui vigevano le restrizioni anti Covid, per cui il danneggiamento dell'ecosistema è stato continuativo. Più di un reato, in realtà, hanno commesso i «bikers criminali»: «danneggiamento delle opere di protezione e del fondo terriero, deturpamento delle bellezze naturali, disturbo delle specie animali, modificazione del regime delle acque». La formazione di solchi determinati dal passaggio delle biciclette ha creato problemi al regime idrico delle acque, causando frane e ampliando il rischio idrogeologico. I carabinieri hanno interdetto l'area, già vietata come le altre riserve, e fanno sapere che i controlli procederanno in maniera serrata anche con l'utilizzo di foto trappole. La riserva Tirone Alto è una delle più affascinanti del parco: per la flora, oltre al pino domestico e il pino marittimo, si trovano esemplari di pino nero d'Austria, leccio, ontano, castagno e betulla mentre sui muretti in pietra lavica si scorgono piante come l'ombelico di Venere e orchidee selvatiche; per la fauna è segnalata la presenza di volpe, faina, scoiattolo, merlo, usignolo e il colubro di Esculapio, serpente innocuo con livrea bruno-giallo lucente.

LE REAZIONI
Le principali associazioni vesuviane di bikers, come la Mtb Vesuvio, presieduta da Massimo Ginelli e la Vesuvio Mtb, presidente Gerardo Ciampa si dissociano dall'illecito. «Sono vicino con tutti gli associati al lavoro dei forestali ha detto Ginelli - ai quali abbiamo sempre dato il massimo supporto e auspichiamo che tutti i bikers che frequentano il Vesuvio e le sue inestimabili bellezze, rispettino l'unicità della sua biodiversità cercando di preservarla».
 
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