I viaggi della speranza? Neppure il Covid li ha fermati e la direzione obbligata anche nel 2021 è rimasta quella di sempre: da Sud a Nord con vagonate di pazienti partiti dalla Campania per raggiungere strutture di cura in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Liguria. L’ultimo report Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha di fatto cristallizzato un dato ormai consolidato, che conferma la sostanziale inadeguatezza del sistema sanitario regionale rispetto al bisogno-salute espresso dalla platea degli assistiti. La Campania infatti è ultima in Italia per mobilità assistenziale passiva, vale a dire i soldi spesi per le prestazioni diagnostiche e terapeutiche offerte a pazienti campani che scelgono di curarsi in altre regioni. I viaggi della speranza costano alle casse regionali nel 2021 185,7 milioni di euro.
Ma è tutto il Mezzogiorno a patire l’inefficienza dei servizi sanitari (liste d’attesa, tempi di prenotazione, sostanziale sfiducia nell’apparato pubblico): saldo negativo anche per la Calabria (-159,5 mln), la Sicilia (-109,6 mln), la Puglia (-87,6 mln). Certo, rispetto al periodo pre-Covid (2019-2020) l’esborso economico per le casse regionali campane si è comunque ridotto: a inizio 2020 l’Agenas stimava un giro d’affari di oltre 4,3 miliardi di euro con Lombardia ed Emilia Romagna nel ranking delle regioni più ricercate e, quindi, con un saldo fortemente in attivo. In questa graduatoria la Lombardia era la regione a primeggiare presentando un saldo positivo di 697 milioni, seguita dall’Emilia Romagna con 338 milioni; al terzo posto la Toscana con 142 milioni seguita dal Veneto con 125 milioni. A marzo 2020 erano 14 le regioni con saldo negativo, sempre guidate dalla Campania (-319 mln) seguita da Calabria (-280 mln), Lazio (-215 mln), Sicilia (-212 mln) e Puglia (-192 mln). Due anni dopo le Regioni a saldo negativo restano 14 ma la pandemia ha cambiato le gerarchie delle «aree virtuose» e abbassato fortemente gli introiti. Nel 2021 infatti la migliore performance è realizzata dall’Emilia Romagna (+293,9 milioni) che, quindi, supera la Lombardia, scesa a +274,9 milioni. E tuttavia, le performance del sistema sanitario campano restano nel complesso insufficienti: nei giorni scorsi era stato il Rapporto annuale del ministero della Salute a evidenziare la maglia nera per la Campania per la “mortalità evitabile” (pazienti deceduti per cure in ritardo, inefficienze del sistema e carenza di prevenzione) in particolare per le malattie dell’apparato cardio-circolatorio e per patologie oncologiche.
Migliorano invece i tempi di attesa - rispetto al 2019 - per gli interventi urgenti a 30 giorni, segno che dopo la pandemia c’è stata una forte ripresa della disponibilità ospedaliera con un taglio sensibile dei tempi.