Choc nel Napoletano: insegna a un 12enne a creare una bomba per far esplodere una vettura

Hotel Astoria distrutto da una bomba (2 anni fa)
Hotel Astoria distrutto da una bomba (2 anni fa)
di Ilenia De Rosa
Sabato 23 Gennaio 2021, 10:35 - Ultimo agg. 18:16
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Vico Equense. Ha coinvolto un bambino di 12 anni per compiere i suoi atti intimidatori. Si tratta di Michele Ferraro, il 38enne di Vico Equense che sta già in carcere a seguito della operazione antiusura compiuta qualche settimana fa dai carabinieri della compagnia di Sorrento. È lo stesso ritenuto colpevole delle tre bombe messe a Vico Equense circa due anni fa. I militari hanno scoperto che Ferraro ha convinto il minore con fare minaccioso: il piccolo è autore dell'esplosione di un’auto e del lancio di una testa di maiale, a fini intimidatori.

All'uomo è stata notificata oggi un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della procura della Repubblica. L’uomo è gravemente indiziato per aver fabbricato illegalmente una bomba Molotov, per aver indotto un minore non imputabile a portare in luogo pubblico tale ordigno e per averlo convinto a dare alle fiamme un’autovettura parcheggiata in strada, accanto a una concessionaria.

Non solo. E’ accusato di aver indotto il bambino a minacciare un imprenditore edile collocando una testa di maiale in un'area di cantiere.

Le indagini, condotte dai carabinieri della sezione operativa della compagnia di Sorrento coordinati dal capitano Ivan Iannucci, hanno avuto origine da due gravi eventi delittuosi verificatisi in Vico Equense nel mese di ottobre 2020: l'incendio della autovettura del titolare di un'officina meccanica con il lancio di una bomba Molotov e il posizionamento della testa di un maiale, a scopo intimidatorio, in un cantiere edile impegnato nella ristrutturazione di un immobile.

I militari attraverso l'analisi dei filmati dei sistemi di video-sorveglianza pubblici e privati e l'assunzione di informazioni testimoniali, sono riusciti a risalire anche al coinvolgimento del bambino. Il piccolo, frequentante l’ambiente familiare di Ferraro, ha agito sotto pressioni e minacce.

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