Vico, casa abusiva al Comune, sospeso l'abbattimento

Vico, casa abusiva al Comune, sospeso l'abbattimento
di Francesca Mari
Martedì 21 Settembre 2021, 09:14
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Rischiano di perdere la casa costruita abusivamente, ma il Comune l'acquisisce a patrimonio comunale e la Corte d'Appello sospende la demolizione. Un'altra decisione storica per il caso degli abbattimenti delle case di prima necessità, stavolta a Vico Equense, Comune paesaggisticamente vincolato. Una casa popolare di 10,60 metri per 8,60 ed altezza di 3 metri in corso Caulino, località Seiano a Vico, era destinata alla demolizione. La Procura Generale aveva già adottato il provvedimento di sgombero ed ottenuto la provvista finanziaria necessaria alla esecuzione dell'intervento. La famiglia che occupa l'immobile, una coppia di coniugi con anziani e figli minori, era già sprofondata nella disperazione, poiché non sapeva dove andare, essendo il manufatto l'unico bene ereditato e risultando, per di più, sprovvista di un alloggio alternativo.


Così il Comune di Vico rappresentato dal sindaco Andrea Buonocore aveva deliberato l'acquisizione dell'immobile al patrimonio comunale, destinato ad housing sociale, ed affidato all'avvocato Bruno Molinaro l'incarico di proporre l'incidente di esecuzione per contrastare la demolizione. ma la Corte di Appello di Napoli, con provvedimento fuori udienza, ha sospeso l'esecuzione, avendo ritenuto che l'istanza di sospensione proposta dall'avvocato Molinaro «meriti accoglimento, atteso che l'esecuzione dell'ordine di demolizione potrebbe irreparabilmente pregiudicare l'interesse del Comune di Vico Equense all'acquisizione delle opere nelle more della celebrazione dell'incidente di esecuzione». «È un provvedimento innovativo e in controtendenza - commenta Molinaro - rispetto all'orientamento negativo dei giudici della esecuzione. Ciò perché è stato chiarito dalla Corte costituzionale che, secondo il testo unico dell'edilizia, costituente normativa di principio, l'esito normale dell'acquisizione è la demolizione. Questo è il vero motivo che ha spinto la Consulta a dichiarare la illegittimità costituzionale della legge regionale voluta dal governatore De Luca, che, attraverso specifiche linee guida, consentiva il mantenimento in sito degli immobili abusivi suscettibili di essere destinati a residenze sociali». Tra l'altro il Comune di Vico Equense aveva motivato l'acquisizione conservativa con la «straordinaria contingenza economica di eccezionale gravità per effetto della persistente emergenza pandemica, che suggerisce di adottare atti che vadano nella direzione di alleviare il disagio sociale delle persone che hanno una esigenza abitativa e che, nello stesso scopo, producano economia (con risparmio su demolizione e ripristino) e migliorino il bilancio dell'Ente comunale (consentendo di produrre reddito con canoni di locazione e/o proventi delle alienazioni)». «Io ho sostenuto che, pur essendo decaduta la legge voluta da De Luca - conclude Molinaro - è tuttora in vita la legge Caldoro che ammette la possibilità di evitare le demolizioni mediante il ricorso all'acquisizione, sempre che venga affermata dal Consiglio comunale «l'assenza di contrasto con rilevanti interessi urbanistici, ambientali e di rispetto dell'assetto idrogeologico».


Intanto, dopo il caso delle dimissioni del sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, la ministra per il Sud Mara Carfagna ha annunciato che il tavolo interministeriale sull'abusivismo sta preparando una norma sull'uso, in funzione di edilizia pubblica, dei beni abusivi in zone senza vincoli. Soprattutto per necessità sociali e casi di famiglie indigenti.
 

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