L'appartamento in via Luigi Martucci 55 è ancora inaccessibile a distanza di venti anni. L'abitazione al piano terra è l'unico spazio di proprietà privata nell'immobile di proprietà del Comune di Napoli. Parliamo dello storico palazzo di Villa Salvetti a Barra, nella zona orientale di Napoli, una delle centoventidue ville vesuviane del Miglio d’Oro. Una vicenda assurda che, nonostante rinvii e promesse, non è stata risolta dall'amministrazione che ha governato la città finora.
Per comprendere l'intera storia bisogna riavvolgere il nastro e tornare indietro nel tempo. Nel 2001 i proprietari si accorgono che nel proprio appartamento - ereditato da parenti e utilizzato solo raramente - sono in corso alcuni interventi di ristrutturazione. In seguito capiranno che si tratta di lavori voluti dal Comune per rimettere in sesto l'intero edificio compreso l'appartamento di cui il Comune non è proprietario. Dopo una serie di peripezie nel 2009 una sentenza riconosce la legittima proprietà ai privati, tra cui Domenico Corrente che ancora segue la questione. All'epoca il Tribunale condanna il Comune di Napoli a restituire loro il bene e a pagare un risarcimento danni a favore dei privati.
L'immobile viene riconsegnato nel 2010.
Ad oggi nulla è cambiato nonostante i solleciti e le promesse. Lo spiega Domenico Corrente, uno degli attuali tredici privati proprietari. Il loro appartamento dovrebbe lasciar spazio a una parte del centro polifunzionale che il Comune voleva realizzare nell'antica villa vesuviana. Una struttura destinata ai giovanissimi di Barra da avvicinare ai mestieri artigianali e alle pratiche artistiche. In effetti, il mancato acquisto dell’appartamento da parte del Comune ha bloccato gli interventi previsti e il contratto con l’impresa che si era aggiudicata i lavori di completamento della villa settecentesca.
Non resta che aspettare e sperare che il neo-sindaco di Napoli e i prossimi assessori prendano a cuore la vicenda per rispondere ai Corrente - o meglio, per liquidarli - e per recuperare l'intera struttura così da destinarla ai cittadini del quartiere di Napoli Est dove mancano luoghi della cultura.