Viminale, svolta in corsia: «Polizia in tre ospedali napoletani»

Via al monitoraggio sulla zona a Nord di Napoli e su Castellammare considerati «ad alto rischio ambientale»

Un episodio di violenza all'ospedale Pellegrini
Un episodio di violenza all'ospedale Pellegrini
di Valerio Esca
Domenica 15 Gennaio 2023, 22:57 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 08:20
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Stretta sulle aggressioni nei presidi ospedalieri. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in un’intervista pubblicata ieri su «Il Mattino». Un’iniziativa che verrà avviata nei prossimi giorni «per rafforzare o istituire presidi di polizia a partire dagli ospedali di maggiore importanza». A Napoli gli occhi sono puntati in particolare su tre plessi: il Cardarelli, il Vecchio Pellegrini e l’Ospedale del Mare. Ma c’è un monitoraggio anche in altre zone della provincia di Napoli: Giugliano, la zona a Nord a confine con la provincia di Caserta, Castellammare. Tutti luoghi considerati «ad alto rischio ambientale». 

«Mi sembra un’inversione a 360 gradi» ha sottolineato Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli. «Fino a pochi mesi fa, durante i vari vertici fatti presso le prefetture, ci dicevano che non c’erano le risorse umane per i drappelli di polizia h24 negli ospedali. Se però fosse davvero questa la strada, anche se mi sembra il libro dei sogni, sarebbe una prima risposta. Chiaramente non esaustiva - ribadisce Zuccarelli - perché deve essere affiancata dalla videosorveglianza in tutti i locali a rischio e anche a difesa degli operatori che vanno sulle ambulanze. Bisognerà poi dissuadere gli accompagnatori ad entrare nelle strutture e formare le persone facendo capire loro che la sanità non è solo un disastro. Ma ci sono tante cose positive». Lo stesso ministro ha ribadito: «I camici bianchi, medici, infermieri, tecnici dedicano la propria vita a una funzione fondamentale come quella di curare la salute dei cittadini e svolgono il loro lavoro anche la notte». Quello del Viminale è «un ulteriore tassello di una generale strategia finalizzata all’aumento della presenza delle forze di polizia in tutti i luoghi di maggiore frequentazione dei cittadini» ha fatto sapere Piantedosi. Seppur gli operatori sanitari restino in attesa di risposte, nutrono la speranza di poter incassare un primo risultato. «Se il ministro ha trovato o troverà queste risorse umane per gli ospedali mi sembra un primo passo - ha aggiunto Zuccarelli -. Fermo restando che poi va riconosciuto l’operatore sanitario come pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni». 

Per Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, «se pur si riuscisse ad attuare questo progetto avanzato dal ministro dell’Interno si tratta soltanto una parte del problema».

Per il medico-sindacalista «la presenza della polizia non previene le aggressioni. I deterrenti non bastano». E allora cosa serve? «Dichiarare il medico pubblico ufficiale e rendere più appetibile il lavoro degli ospedali aumentando il numero di medici. Riformare integralmente l’offerta di cura delle emergenze». «Le forze di polizia - conclude Di Silverio - sarebbero sicuramente meglio dell’esercito, che spesso viene invocato per gli ospedali ma che non può agire in caso di aggressioni, a differenza delle forze dell’ordine».

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Giuseppe Galano, delegato regionale del sindacato degli anestesisti rianimatori (Aaroi Emac) nonché responsabile della centrale operativa del 118, ha evidenziato: «Faccio parte del comitato ordine e sicurezza per i grandi eventi emergenziali e quando si è parlato di presidiare con la polizia gli ospedali ci è stato sempre detto che non ci fosse possibilità per carenza di personale. Vediamo se alla fine lo faranno. Ma il problema non parte dagli ospedali. Lo stato deve garantire servizi adeguati e quello sanitario è forse il più importante». Galano prova a spiegare come si arrivi all’escalation di violenza: «Quando i cittadini non si sentono tutelati e hanno dei disagi, il rischio che si arrivi ad atti violenti e ad aggressioni da parte di persone incivili è altissimo. Non penso che militarizzare la sanità sia la soluzione. È come mettere delle guardie fuori ad una chiesa. Vogliamo sconfiggere questi fenomeni? Rendiamo il servizio sanitario adeguato, rigoroso, ma per farlo servono risorse umane». 

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