Minacce, grida, spintoni e pugni contro i sanitari. È stata una vera e propria irruzione, quella avvenuta tra la notte di lunedì e martedì, nel pronto soccorso dell'ospedale Cto di Napoli. In poco più di venti minuti, si è consumato l'ennesimo blitz violento messo a segno contro camici bianchi e infermieri per la pretesa di essere «visitati prima degli altri». «È arrivata un'auto con a bordo tre persone e la 61enne che necessitava del soccorso» ha raccontato uno dei pazienti che si trovava all'interno del presidio e che ha visto come «una decina di parenti della donna, comprese alcune persone sopraggiunte a bordo di scooter, hanno invaso l'ospedale con la pretesa di una visita immediata alla loro congiunta». Immagini immortalate in un video che ieri è stato diffuso e denunciato pubblicamente dal consigliere regionale Francesco Borrelli. L'episodio, accaduto poco prima della mezzanotte, sembrava preannunciare un'emergenza da codice rosso per la paziente che invece non aveva alcuna problematica critica ed è stata, in ogni caso, assistita per un codice giallo.
«I familiari della paziente hanno cominciato a gridare fuori l'ingresso dell'ospedale perché non volevano aspettare il proprio turno e sono passati subito a minacce e insulti contro i sanitari» ha spiegato un 43enne napoletano che, alle 23.45 si trovava dentro il pronto soccorso insieme ad altri pazienti in attesa delle cure mediche dopo la fase di accettazione. «Un'infermiera, nonostante le urla e le parolacce, li ha accolti cominciando a fare domande per capire quali sintomi avesse si è spazientito ed è entrato di forza nel pronto soccorso». Qualche familiare della donna, durante il raid, indossava il casco dello scooter, spintonando i sanitari e cercando di colpirli mentre altri, hanno preso a pugni la parete divisoria in plexiglas della postazione degli infermieri. «Dovete visitarla subito oppure ve la vedrete con noi» diceva il gruppetto dei parenti che, con il trascorrere dei minuti, diventavano sempre più aggressivi e violenti verbalmente. «Abbiamo avuto paura che potessero aggredire anche a noi pazienti» ha concluso il testimone.
Nel video, diffuso da Borrelli per denunciare l'accaduto, sono registrati 43 secondi del raid violento dove l'infermiera cerca di difendersi dagli spintoni e dai calci dei familiari rabbiosi, finché i suoi colleghi non si frappongono al branco. La tensione sale e le minacce dei parenti si fanno sempre più insistenti come la loro irruzione nel pronto soccorso. «Pretendevano di essere assistiti per primi ma la donna, non era in condizioni di emergenza e lo si vede dalle immagini» ha precisato Borrelli che ha chiesto alle forze di polizia di verificare l'eventuale vicinanza del nucleo familiare protagonista dall'episodio, a un clan. «È vergognoso come gente simile cerchi sempre attraverso la violenza di prevaricare sugli altri, come se avessero maggiori diritti rispetto a chi è ligio alle regole- ha aggiunto il consigliere dei Verdi- non è più tollerabile lavorare e vivere sotto la costante minaccia dei violenti e dei criminali». Come soluzione ad horas Borrelli insiste sui «presidi fissi di polizia nei pronto soccorso e la tolleranza zero per questa gentaglia».
L'aggressione è la quarantaduesima messa a segno dall'inizio del 2021, come documentato dall'associazione «Nessuno Tocchi Ippocrate» che da tempo richiede «il riconoscimento di pubblici ufficiali ai sanitari e la certezza della pena per chi li danneggia e interrompe il pubblico servizio» come ha dichiarato Manuel Ruggiero, presidente dell'associazione che, a Napoli, sta registrando la media di un'aggressione ogni tre giorni. La solidarietà ai sanitari ma, allo stesso tempo, la ferma volontà di intervenire in loro difesa, è stata espressa da Mario Guarino, primario del pronto soccorso del Cto «pronto a sporgere querela dopo la visione delle immagini della videosorveglianza». «La signora aveva una fibrillazione atriale stabile, per cui è stata assistita con l'attenzione che dedichiamo a tutti e dimessa ieri mattina ma non è tollerabile la violenza contro chi salva vite» ha precisato Guarino. Nel frattempo, sono in corso gli accertamenti dei carabinieri della stazione di Capodimonte, intervenuti sul posto la sera del raid.