Violenza sessuale in ospedale, sospeso medico del Pascale di Napoli: «Io nel mirino di due donne ma a stento ricordo una paziente»

Violenza sessuale in ospedale, sospeso medico del Pascale di Napoli: «Io nel mirino di due donne ma a stento ricordo una paziente»
di Ettore Mautone
Venerdì 18 Settembre 2020, 08:00 - Ultimo agg. 16:38
3 Minuti di Lettura

Risponde al telefono quando è appena uscito dallo studio del suo avvocato Raffaele Tortoriello, 60 anni, chirurgo, senologo, dirigente medico del Pascale.

Dottore che cosa è successo?
«Guardi sono molto provato: per me, per la mia famiglia, mia moglie e per mia figlia. Da stamattina mi è crollato il mondo addosso. All'improvviso, senza che avessi mai saputo di essere sottoposto a indagini, hanno bussato alla porta di casa mia e alcuni poliziotti mi hanno invitato a seguirli in Questura per notificarmi un atto giudiziario di sospensione e interdizione dalla professione per un anno. Ciò a seguito di una denuncia per violenza presentata contro di me».

Le accuse sono molto gravi.
«Posso dirle che in quasi trenta anni di carriera ho visitato centinaia di persone, donne giovani e meno giovani, e ho sempre applicato i protocolli e le linee guida. Non ho mai avuto nessun problema, mai nessun provvedimento disciplinare. Non mi spiego come sia potuto accadere tutto quello che mi sta capitando. Mi sembra di essere precipitato in tunnel senza fine e senza sapere il come e il perché».

Conosce chi ha sporto denuncia?
«Ho appreso dagli atti e tramite il mio avvocato che si tratta di due persone, due mie pazienti pare. Sto ora cercando di mettere insieme i pezzi di questa vicenda, cercando di capire chi sono queste persone. Forse una delle due la ricordo vagamente, o meglio penso di aver capito chi possa essere. Per l'altra non riesco ancora a mettere bene a fuoco. Ho bisogno di riflettere, di ripensare bene a quanto è accaduto riavvolgendo il nastro delle accuse. Intendo difendere il mio operato di medico e di professionista».

Come si sente?
«Sono affranto, ho visto la mia foto su diversi siti, anche del Mattino. Sono 30 anni che faccio questo lavoro. Ripenso a cosa sia potuto accadere. Sono annichilito. Mi piove addosso il mondo. Ho sempre applicato con scrupolo le regole della professione. Visitato tante di quelle pazienti da averne perso il conto e i connotati. Mai un problema. Ora questo. Non so spiegarmelo. Mi sento colpito in modo esagerato. La mia mente in questo momento è scossa da questo frullatore mediatico che come sempre si innesca in questi casi. Ci sono tanti pezzi: sto cercando di capire, di collegare fatti e persone. Per me e la mia famiglia è un vero e proprio choc. Non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico. Non sono Al Capone e mi vedo dipinto come tale. In tanti anni di lavoro e di carriera non ho mai avuto problemi con nessuno. Non potevo nemmeno lontanamente immaginare che potesse accadermi una cosa di questo genere».

Come intende difendersi dalle accuse?
«Sto cercando di ricostruire le date, i fatti, i ricoveri, le visite, le date, le persone che mi accusano. Intendo difendere il mio operato sempre condotto secondo scienza e coscienza medica, secondo i protocolli e le regole. Non so spiegarmi come possa accadere tutto questo, quale sia il problema che possa avere suscitato il mio operato di medico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA