Vittorio Sgarbi a Ottaviano: «Porto un pezzo degli Uffizi nell'ex Castello di Cutolo»

Vittorio Sgarbi a Ottaviano: «Porto un pezzo degli Uffizi nell'ex Castello di Cutolo»
di Daniela Spadaro
Sabato 6 Novembre 2021, 15:05 - Ultimo agg. 20:21
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«Basta legare questo luogo a Cutolo, qui porteremo un po' di Uffizi». Ospite a un convegno sulla valorizzazione dei beni culturali nel Palazzo Mediceo di Ottaviano, Vittorio Sgarbi ha snocciolato una rosa di soluzioni perché l'antico castello - trasformato negli anni in palazzo signorile e passato nelle mani di varie famiglie nobiliari, fino ad essere acquistato nel 1567 da Bernadetto de' Medici, esponente di un ramo cadetto della dinastia granducale fiorentina che ha lasciato ad Ottaviano tantissimi segni della sua presenza; quattro secoli dopo finito tra le mani del capo della nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo, quindi confiscato e ora patrimonio del Comune di Ottaviano sia valorizzato come merita. Critico d'arte, scrittore, responsabile della valorizzazione dei beni culturali per l'Anci, Sgarbi ha promesso di farsi «testimonial» della rinascita del Palazzo, ipotizzando l'arrivo di un'opera degli Uffizi proprio lì, nelle stanze dove a dispetto di leggende metropolitane Cutolo non ha mai soggiornato e dove invece sono passati, per fare solo qualche esempio, papa Clemente VII, Gabriele D'Annunzio e Vincenzo Bellini. E adesso annuncia: questa operazione culturale si farà davvero.

Dalle parole ai fatti in pochi giorni: il Castello di Cutolo volta ancora pagina?
«Ero già stato a Ottaviano ma non conoscevo il Palazzo, imponente e meraviglioso, appunto perché finora è stato completamente estraneo alla memoria collettiva, noto solo come il castello di Cutolo.

Sono tante le strade che si potrebbero perseguire per dare il giusto risalto a una struttura che ospita affreschi di Angelo Mozzillo e che vanta una maestosa scala di impronta sanfeliciana. Avevo subito pensato all'iniziativa Uffizi Diffusi che il mio amico Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi ha avviato, ebbene quello che ad Ottaviano ancora nessuno sa è che ho già comunicato la mia idea e che è stata accolta con favore. Porteremo un'opera a Palazzo, esattamente come è accaduto in altri luoghi d'Italia e anche a Casal di Principe di recente, con la mostra La luce vince l'ombra».

In questo caso l'ombra da scacciare sarebbe quella di Cutolo.
«Non credo ci siano ombre da scacciare quando si lavora per valorizzare ciò che è possibile vedere. Dai miti, negativi o positivi che siano, nasce comunque la notorietà. Nel Palazzo di Ottaviano, come in altri luoghi della città che ho avuto la possibilità di visitare, le impronte della famiglia Medici sono evidenti, tutto ciò, divulgato con sapienza, farà il resto. Certo, sarebbe stato possibile sfruttare la fama del cosiddetto castello, che tale non è più, proponendolo quale set di fiction legate alla camorra come quella che ha fatto la fortuna di Saviano, ma c'è la strada che chiameremo buona: quel luogo dovrebbe essere tappa obbligatoria dei tour campani più importanti e ora l'unica cosa da fare, in attesa che il restauro sia completato, è sistemare un ambiente rendendolo climatizzato e idoneo ad accogliere opere delicate e preziose».

C'è già un'idea circa le opere che potrebbero arrivare dagli Uffizi?
«Non ancora, ci ragioneremo ma intanto il luogo è già adatto per allestire mostre d'arte contemporanea che non abbiano problemi in ambienti non climatizzati, penso a Schifano o a Warhol».

Solo alcuni ambienti sono stati restaurati, si attende il decreto per un finanziamento che consenta di risistemare gli altri.
«Auspicando che sia fatto un restauro migliore, con un po' di sensibilità artistica. Al momento persino i pavimenti sono sbagliati».

Durante il convegno non si è risparmiato critiche sugli arredi.
«Ho fatto notare che tende e mantovane non sono degne nemmeno di un albergo a tre stelle, andrebbero immediatamente rimosse».

Suggerisce altro?
«Un premio letterario che potrà chiamarsi Medici di Ottaviano, con accorgimenti che lo rendano da subito appetibile ad autori nazionali e internazionali, rassegne su temi legati al territorio, come il Vesuvio giacché quel Palazzo è anche sede del Parco Nazionale e poi, perché no, eventi a tema. Immagini una serata con il presidente della Campania Vincenzo De Luca, che conosco e considero affettuosamente un genio del male. Con De Luca che imita Di Maio sarebbe di sicuro un successo».

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