Napoli, vivono in un tugurio, Sepe gli dona
una casa: «Grazie ai volontari»

Napoli, vivono in un tugurio, Sepe gli dona una casa: «Grazie ai volontari»
di Giuliana Covella
Martedì 17 Novembre 2020, 15:21
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In quel tugurio di 17 metri quadrati vivono in quattro: madre, padre e due figli disabili, M. di 12 anni e L. di 10. Il capo famiglia è Vincenzo Esposito, 36 anni, anche lui invalido in seguito a un incidente stradale. M. è affetto da disturbi dell’apprendimento e grave epilessia e L. da autismo grave. Entrambi frequentano due diversi centri di riabilitazione e sono costretti a muoversi in quell’abitazione divenuta ancora più angusta a causa del rischio contagio per il Covid. «M. è un ragazzo grande e grosso - spiega Vincenzo - mentre L. è iperattivo e ha bisogno di spazio per correre e giocare. Io ho difficoltà a deambulare e vivo su una carrozzina e mia moglie Angela fa già tutto quello che può per seguire la famiglia».

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Eppure fino ad oggi la famiglia Esposito ha vissuto in un terraneo alle spalle di piazza Cavour, che definire casa sarebbe un eufemismo. Ma Vincenzo non ha mai smesso di fare sacrifici per moglie e figli, tanto da mantenere la sua grande dignità pur essendo costretto a chiedere l’elemosina. «Ogni giorno andavo alle mense sparse in città per avere cibo per i miei figli: poi l’inizio della pandemia ha aumentato le difficoltà e io non sono più potuto uscire per strada». A tendere una mano a Vincenzo e ai suoi familiari sono stati i volontari di Asso.Gio.Ca., l’associazione che si occupa di volontariato e che durante il periodo del primo lockdown ha assistito 600 famiglie a settimana. «Hanno segnalato la mia situazione al cardinale Crescenzio Sepe - fa sapere Esposito - e tra poco ci trasferiremo in una vera casa. Un sogno per me: significa tornare a vivere e a sperare». Per ringraziarlo del gesto di solidarietà Vincenzo ha voluto scrivere una lettera a Sepe, dove scrive: «Ora ognuno potrà dormire nel suo letto, aprire una finestra per respirare un po’ d’aria fresca, potremo mangiare tutti e quattro seduti allo stesso tavolo, i bambini avranno uno spazio per poter studiare, giocare, invitare un amico e festeggiare un compleanno».

 

«Come Asso.gio.ca. - commenta il presidente Gianfranco Wurzburger - abbiamo cercato di accompagnare e sostenere la famiglia Esposito e di fornire generi di prima necessità (pasta, olio, farina, legumi, pomodori, biscotti, latte) e sostenere i genitori nell’accompagnamento dei più piccoli, ma occorreva restituire una dignità a questa famiglia: solo la casa avrebbe potuto farlo». L’alloggio per il primo anno è stata concessa a titolo gratuito, poi Vincenzo comincerà a pagare, ma sarà un affitto minimo. Adesso Vincenzo sogna già di ristrutturare la sua nuova casa da solo, nonostante non riesca a deambulare: «Sto stuccando, ritinteggiando, aggiustando il bagno che non era agibile, ho fatto qualche lavoro idraulico ed elettrico.

A piccoli passi e appena sarà tutto finito verremo a vivere qui. Abbiamo già trasportato qualche mobile avuto in dono e alcuni vestiti. Questo è un sogno per noi. Ma anche il segno che ricominciare è possibile, per tutti», conclude commosso.

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