Volo Miami-Londra-Napoli, atterraggio d'emergenza alle Bermuda: paura e danni

Volo Miami-Londra-Napoli, atterraggio d'emergenza alle Bermuda: paura e danni
Venerdì 2 Settembre 2022, 17:34 - Ultimo agg. 20:48
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Un volo partito da Miami e diretto a Londra per poi raggiungere Napoli costretto ad atterrare in un piccolo aeroporto delle Bermuda, passeggeri che trascorrono quasi 24 ore nello scalo senza poter uscire e per diverse ore senza un minimo di assistenza, infine dopo il rientro la scoperta anche che qualcuno aveva subito il danneggiamento dei bagagli. Una disavventura vissuta da centinaia di passeggeri di un aereo dell'American Airlines che ora si potrebbe trasformare in una class action contro la compagnia ritenuta responsabile di quanto accaduto. È la convinzione di Gennaro Esposito, uno degli oltre 300 passeggeri che si è già rivolto all'avvocato Massimiliano Alosco, e che racconta insieme al legale la vicenda: «Tutto è iniziato il 28 agosto scorso - spiegano i due - nel viaggio Miami-Londra- Napoli. Il volo AA38 dell'American Airlines partito dalla città americana e diretto alla capitale inglese, per non meglio precisati possibili problemi meccanici, come annunciato dal comandante, si è visto costretto a cambiare rotta dopo tre ore dal decollo e a dirigersi al piccolo aeroporto LF Wade nelle Bermuda. Qui siamo rimasti più di venti ore, senza che ci fosse permesso di lasciare lo scalo a causa delle restrizioni imposte nel paese in seguito alla pandemia. Senza assistenza, con a disposizione solo otto bagni e costretti a dormire a terra. Solo dopo una decina di ore qualcuno ha pensato di portarci un pò di cibo».

Stando al racconto reso da Esposito, che si è rivolto all'avvocato Alosco insieme alla moglie e ad un'altra decina di passeggeri, le persone scese dall'aereo e in attesa al terminal hanno aspettato «tre ore prima di ricevere un aggiornamento della situazione», tanto che hanno avuto contezza che avrebbero dormito nell'aeroporto «solo alle 5 del mattino, quando il personale ci ha fornito coperte e cuscini presi dall'aereo». Quindi solo una volta riparato, l'aereo è potuto ripartire. Esposito poi racconta un'altra disavventura: «Dopo più di 30 ore di questa autentica odissea, siamo atterrati a Londra e da qui siamo stati imbarcati verso Napoli. Ma giunti a Capodichino, io e mia moglie ci siamo accorti che ci avevano anche seriamente danneggiato i bagagli». Ora i viaggiatori che hanno scelto come difensore l'avvocato Alosco, chiedono che sia loro «rimborsato il costo del viaggio, siano riconosciuti i danni materiali patiti ma soprattutto siano quantificati i danni morali subiti». Per questo proveranno a rintracciare altri passeggeri per avviare quella che si annuncia essere una vera e propria class action contro la società che si è occupata del volo.

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