Vomero, bambini costretti a mendicare sotto al sole cocente

Vomero, bambini costretti a mendicare sotto al sole cocente
di Antonio Folle
Domenica 13 Giugno 2021, 20:40 - Ultimo agg. 22:28
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Via Scarlatti è la principale via dello shopping del quartiere Vomero. Ogni giorno migliaia di persone provenienti da ogni quartiere della città si riversano nella via dello struscio vomerese per fare acquisti, incontrare amici e parenti o, più semplicemente, per fare una passeggiata. Ieri pomeriggio - ma si tratta di una triste tradizione ormai consolidata - la strada intitolata al grande musicista siciliano è stata presa d'assalto da mendicanti che, nel tentativo di impietosire i passanti, si sono servite di bambini di pochi mesi costretti a restare fermi per ore sotto al sole cocente nei loro passeggini. 

Nel giro di circa 800 metri erano presenti, a distanza di 200 metri l'una dall'altra, almeno cinque mendicanti con passeggini al seguito.

Una piaga, quella dell'accattonaggio minorile, che non riguarda solo il Vomero ma che è ormai prassi comune - e accettata - in quasi tutte le grandi città italiane. Se fino ad oggi il «monopolio» dell'accattonaggio con minori al seguito era esclusiva dei vari gruppi rom che stazionano in città, da qualche mese quella che è una vera e propria piaga sociale - piaga che niente ha a che vedere con la povertà ma che è parte di un vero e proprio sistema economico di origine criminale - sta prendendo piede anche tra la comunità di origine africana.

Il codice penale italiano prevede l'arresto e la detenzione fino a tre anni per i soggetti che praticano l'accattonaggio servendosi di bambini minori di 14 anni. Spesso, però, le stesse forze dell'ordine hanno difficoltà a intervenire perché non è mai semplice identificare soggetti di origine straniera che, molto spesso, non sono in possesso nemmeno di regolare permesso di soggiorno. Strappare allo sfruttamento i bambini dovrebbe essere compito della politica, ma in questi anni troppe volte la lotta allo sfruttamento dei minori si è appiattita solo sulla retorica da social network. 

 

«Ieri pomeriggio nella sola via Scarlatti c'erano almeno cinque mendicanti - racconta Augusto Crespi, attivista del Vomero - seguite a distanza da un altro soggetto che controllava che tutto andasse secondo i piani. Bambini di pochi mesi costretti a stare per ore sotto il sole per raccattare pochi spiccioli sono uno schiaffo a tutta la nostra società - continua Crespi - e in particolar modo a quella politica che per anni ha sollevato la bandiera dell'accoglienza e della solidarietà, salvo poi girarsi dall'altro lato di fronte a scene come questa. Come cittadino - ha raccontato ancora - ho allertato una volante dei carabinieri che pattugliava a poche decine di metri. Hanno risposto che sarebbero intervenuti, ma in realtà quei bambini sono rimasti sotto al sole per l'intero pomeriggio nell'indifferenza generale delle persone e delle istituzioni». 

I ricavi delle attività di accattonaggio vengono raccolti dai vari «kapò» che organizzano e gestiscono gli affari. Solo una parte infinitesimale - spesso meno del 10% - finisce nelle tasche delle mendicanti, quasi tutte giovani donne di etnia rom o di origine africana, che hanno turni di «lavoro» anche da 8 ore filate. A fine giornata molto spesso i mendicanti sono minuziosamente perquisiti dai loro aguzzini per evitare che tengano qualche spicciolo per loro. Nelle giornate di forte affluenza - o durante le festività - i ricavi possono raggiungere anche i 50 euro al giorno. I negozi di giocattoli, i ristoranti, i supermercati e i bar sono i luoghi dove si concentrano la maggior parte dei mendicanti, tutti sapientemente gestiti da una regia semi-occulta che, a sua volta, corrisponde un canone fisso ai vari clan che gestiscono il territorio. 

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