Via Scarlatti è la principale via dello shopping del quartiere Vomero. Ogni giorno migliaia di persone provenienti da ogni quartiere della città si riversano nella via dello struscio vomerese per fare acquisti, incontrare amici e parenti o, più semplicemente, per fare una passeggiata. Ieri pomeriggio - ma si tratta di una triste tradizione ormai consolidata - la strada intitolata al grande musicista siciliano è stata presa d'assalto da mendicanti che, nel tentativo di impietosire i passanti, si sono servite di bambini di pochi mesi costretti a restare fermi per ore sotto al sole cocente nei loro passeggini.
Nel giro di circa 800 metri erano presenti, a distanza di 200 metri l'una dall'altra, almeno cinque mendicanti con passeggini al seguito.
Il codice penale italiano prevede l'arresto e la detenzione fino a tre anni per i soggetti che praticano l'accattonaggio servendosi di bambini minori di 14 anni. Spesso, però, le stesse forze dell'ordine hanno difficoltà a intervenire perché non è mai semplice identificare soggetti di origine straniera che, molto spesso, non sono in possesso nemmeno di regolare permesso di soggiorno. Strappare allo sfruttamento i bambini dovrebbe essere compito della politica, ma in questi anni troppe volte la lotta allo sfruttamento dei minori si è appiattita solo sulla retorica da social network.
«Ieri pomeriggio nella sola via Scarlatti c'erano almeno cinque mendicanti - racconta Augusto Crespi, attivista del Vomero - seguite a distanza da un altro soggetto che controllava che tutto andasse secondo i piani. Bambini di pochi mesi costretti a stare per ore sotto il sole per raccattare pochi spiccioli sono uno schiaffo a tutta la nostra società - continua Crespi - e in particolar modo a quella politica che per anni ha sollevato la bandiera dell'accoglienza e della solidarietà, salvo poi girarsi dall'altro lato di fronte a scene come questa. Come cittadino - ha raccontato ancora - ho allertato una volante dei carabinieri che pattugliava a poche decine di metri. Hanno risposto che sarebbero intervenuti, ma in realtà quei bambini sono rimasti sotto al sole per l'intero pomeriggio nell'indifferenza generale delle persone e delle istituzioni».
I ricavi delle attività di accattonaggio vengono raccolti dai vari «kapò» che organizzano e gestiscono gli affari. Solo una parte infinitesimale - spesso meno del 10% - finisce nelle tasche delle mendicanti, quasi tutte giovani donne di etnia rom o di origine africana, che hanno turni di «lavoro» anche da 8 ore filate. A fine giornata molto spesso i mendicanti sono minuziosamente perquisiti dai loro aguzzini per evitare che tengano qualche spicciolo per loro. Nelle giornate di forte affluenza - o durante le festività - i ricavi possono raggiungere anche i 50 euro al giorno. I negozi di giocattoli, i ristoranti, i supermercati e i bar sono i luoghi dove si concentrano la maggior parte dei mendicanti, tutti sapientemente gestiti da una regia semi-occulta che, a sua volta, corrisponde un canone fisso ai vari clan che gestiscono il territorio.