Quadrivio di Secondigliano, i familiari delle vittime dicono no alla commemorazione: «Basta passerelle di politici sulla pelle dei nostri morti»

Undici vittime nell'esplosione, mai recuperato il corpo di Stefania Bellone

La voragine al Quadrivio di Secondigliano; a destra Stefania Bellone, la vittima mai recuperata
La voragine al Quadrivio di Secondigliano; a destra Stefania Bellone, la vittima mai recuperata
di Valerio Esca
Lunedì 23 Gennaio 2023, 23:56 - Ultimo agg. 24 Gennaio, 06:21
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«Basta passerelle dei politici che strumentalizzano la morte dei nostri cari». Uno schiaffo alle istituzioni quello che arriva dall’associazione “familiari vittime Quadrivio di Secondigliano”. Ieri, 27 anni dopo, i familiari delle 11 vittime hanno deciso di disertare “la commemorazione”. Un gesto forte che segue un altro smacco: «Un consigliere comunale ci ha chiesto le chiavi della struttura dove insiste una lapide con i nomi dei nostri familiari morti in quella tragedia. Abbiamo deciso di non dare loro le chiavi e non prestarci all’ennesima operazione di facciata».

A parlare è Sandro Russo, presidente dell’associazione, che in quella tragedia ha perso suo padre Francesco: «Un consigliere (Russo ha preferito non fare nomi, ndr) mi ha telefonato e in via informale ha chiesto se potevamo fornire loro le chiavi, che comunque sono in possesso della settima Municipalità.

Il motivo? Per fare una pulizia sommaria della cappella, prima di recarsi lì nel pomeriggio e depositare una corona di fiori. Ci sentiamo presi in giro. Cambiano i sindaci, ma tutto resta fermo al palo. La struttura dove si trova la lapide è fatiscente: c’è un impianto elettrico con i fili che scaricano a terra, il tetto di plastica è crollato. Dieci mesi fa ci avevano promesso che si sarebbe proceduto alla bonifica di tutta l’area intorno al Quadrivio, che tra l’altro è di proprietà comunale. E invece, dall’ultima interlocuzione con i consiglieri municipali e il sindaco, siamo finiti sul solito binario morto». 

I familiari delle vittime denunciano una totale assenza delle istituzioni, se non in prossimità della data commemorativa del 23 gennaio: «Per l’iniziativa di ieri non abbiamo ricevuto alcun invito formale dal Comune, tantomeno dalla Municipalità. Abbiamo deciso di ricordare i nostri cari in forma privata». Sono passati quasi trent’anni da quell’uggioso martedì pomeriggio, ma il racconto commosso dei familiari muove le corde più profonde dell’anima. Erano le 16,30 circa, quando all’interno di una galleria sotterranea che si stava scavando al Quadrivio - con l’idea di alleggerire il traffico veicolare della zona - si verificò una fuga di gas che provocò una fortissima esplosione. Si creò una voragine larga trenta metri che inghiottì il piazzale, le auto che passavano da quelle parti e l’ala di una palazzina di tre piani. Un incendio che fu domato soltanto dopo otto ore, intorno all’una di notte. Undici le vittime: sei operai, due persone a bordo delle proprie auto e tre cittadini che si trovavano nel palazzo crollato. Due operai riuscirono a mettersi in salvo uscendo dal tunnel poco prima dell’esplosione. Le vittime: Michele Sparaco, Alfonso Scala, Mario De Girolamo, Giuseppe Petrellese, Gennaro De Luca, Emilia Laudati, Francesco Russo, Pasquale Silvestro, Ciro Vastarella, Serena De Santis, Stefania Bellone. Il corpo di quest’ultima non è mai stato ritrovato. 

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«Dopo tanti anni, quel luogo di memoria - spiega ancora Russo - nonostante le promesse fatte pubblicamente da alcuni consiglieri della settima Municipalità, resta nel degrado più totale. Hanno anche dimenticato di invitarci, forse perché troppo presi dall’organizzazione dell’ennesima passerella sul palco della tragedia. Mi appello a qualche parlamentare che possa sostenerci in questa battaglia. Per fare chiarezza, per capire cosa si celi dietro questo velo oscuro. Sappiamo che ci sono 4 milioni nella casse del Municipio mai spesi per la bonifica dell’area intorno al Quadrivio, che tra l’altro è di proprietà comunale». Da quanto raccontano i familiari «la stessa cappella che ricorda le vittime è in condizioni pietose». «Ci rivolgiamo anche ai responsabili del dipartimento dei vigili del fuoco e della sicurezza pubblica - ribadisce il presidente dell’associazione - affinché si possano attivare i dovuti controlli nella struttura che ospita la stele in ricordo delle vittime, per scongiurare l’ennesima tragedia».
 

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