Whirlpool Napoli, primo incontro al Mimit: «Per fine anno la Zes Campania acquisirà l'ex fabbrica di Ponticelli»

Prossimo step fissato al 15 gennaio: avviso per la ricerca di investitori

Una manifestazione dei lavoratori Whirlpool
Una manifestazione dei lavoratori Whirlpool
di Alessio Liberini
Mercoledì 14 Dicembre 2022, 20:52
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È cambiato il nome del ministero, Mimit e non più Mise, ma non di certo la voglia di tornare a lavorare che accompagna da anni la vertenza degli ormai ex operai della Whirlpool di Napoli. Le tute blu di via Argine hanno così fatto ritorno, nel primo pomeriggio di oggi, a Roma dove è andato in scena il primo summit con il nuovo, di nome e di fatto, ministero delle Imprese e del Made in Italy. Dopo il totale default del piano di reindustrializzazione proposto dai ministri del Governo Draghi il nuovo esecutivo è al lavoro per dare una risposta, concreta, a quella che ad oggi rappresenta una vertenza simbolo per invertire la rotta dei processi di deindustrializzazione nel Mezzogiorno.

Per la fine dell’anno (31 dicembre 2022), da quanto emerge a termine dell’incontro odierno, l’ex fabbrica di lavatrici – di proprietà della multinazionale statunitense - dovrebbe essere acquisita dalla Zes della Campania mentre dalla seconda metà di gennaio 2023 potrebbe già partire il bando per cercare «imprenditori di spessore» che si impegnerebbero nel rilancio del sito di Ponticelli.  Entro il 15 gennaio 2023, fanno sapere dal Mimit, «sarà formalizzato l’avviso pubblico per la ricerca di potenziali investitori». Quest’ultimi, come è stato sancito da tempo, dovranno prendere in carico - alle medesime condizioni economiche e normative della società di provenienza - in un unico bacino i 317 metalmeccanici partenopei.

La successiva cessione della fabbrica, dalla Zes regionale verso i soggetti interessati al progetto di reindustrializzazione, avverrà tuttavia solo in seguito alla presentazione di piani industriali «completi e dettagliati».

Sono questi i punti salienti emersi dal tavolo presieduto dalla sottosegretaria del dicastero, con delega alle crisi industriali, Fausta Bergamotto, a cui hanno preso parte, sia in presenza che da remoto, anche i sindacati di categoria di Fim, Fiom e Uilm, il commissario straordinario di Governo della Zes Campania, Giosi Romano, l’assessore alle Attività Produttive della Regione Campania, Antonio Marchiello, l’assessora al Lavoro di Palazzo San Giacomo, Chiara Marciani e il prefetto di Napoli, Claudio Palomba.

Per il commissario straordinario delle Zone Economiche Speciali della Campania il passaggio dell’immobile, posto nella periferia orientale di Napoli, è in una «fase di formalizzazione». Al momento mancherebbe difatti – fanno sapere da fonti sindacali - solo «l’atto notarile e l’aliquota», ma il grosso del lavoro burocratico sembrerebbe già alle spalle.

La sottosegretaria Fausta Bergamotto avrebbe chiesto ai presenti maggiore «unità istituzionale per rispettare il cronoprogramma sulle cose da fare», confermando l’impegno del ministero per lo sviluppo industriale nel Meridione: «Non c’è differenza tra Nord, Sud, Est ed Ovest: bisogna tutelare l’Italia intera» ha spiegato la stessa Bergamotto ad Rsu e parti sociali presenti. Chiarendo, inoltre, che le aziende che si presenteranno alla gara potranno essere anche straniere.

Dal momento che l’intento è quello di «portare nel Paese investitori capaci di incrementare l’industria nazionale, anche promuovendo il nostro made in Italy». Il ministero si è impegnato, infatti, a supportare la ricerca del soggetto investitore anche attraverso il nuovo Sportello per l’attrazione degli investimenti esteri.

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Dichiarazioni, quelle della sottosegretaria del Mimit, che hanno fatto filtrare un po’ di ottimismo dalle parti sociali. Ma che, ad ogni modo, dopo anni di promesse non mantenute dai diversi governi che si sono alternati nella vertenza, preferiscono vedere i risultati concretizzati prima di poter cantare vittoria. Basti pensare che lo stesso passaggio dell’impianto dalla multinazionale del bianco alla Zes Campania - secondo quanto sancito nell’ultimo incontro ministeriale di ottobre scorso - sarebbe dovuto avvenire entro il 30 novembre 2022.

«Confidiamo – si legge in una nota congiunta di Fim, Fiom e Uilm, diramata a termine dell’incontro - che almeno il passaggio di proprietà del sito sia davvero compiuto entro il termine annunciato. La messa in sicurezza del sito, con il conseguente mantenimento della vocazione industriale, rappresenta un atto importante». «In tre anni di vertenza – denunciano le sigle sindacali - non è stato ancora trovato un soggetto in grado di investire per il rilancio industriale della ex fabbrica di lavatrici con il vincolo di assorbire tutti i lavoratori e alle medesime condizioni economiche e normative».

Nel mentre la «fruizione della Naspi scade fra un anno e progressivamente si riduce l’ammontare della indennità. Occorre costruire una modalità, anche attraverso l’utilizzo di Invitalia, per tutelare l’occupazione e garantire tutto il bacino di 317 lavoratrici e lavoratori». Ad ogni caso il prossimo round della vertenza, che si trascina da oltre mille giorni, avverrà «entro il 31 gennaio 2023».

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