Whirlpool, al Mise i sindacati restano a oltranza e gli operai vanno a Palazzo Chigi: «Ci avete venduto alla multinazionale»

Whirlpool, al Mise i sindacati restano a oltranza e gli operai vanno a Palazzo Chigi: «Ci avete venduto alla multinazionale»
di Alessio Liberini
Mercoledì 24 Novembre 2021, 19:33 - Ultimo agg. 25 Novembre, 09:12
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Al nuovo round del Mise sulla lunghissima vertenza dello stabilimento Whirlpool di Napoli, partito nel primo pomeriggio di oggi intorno alle 15 - dove si attendevano aggiornamenti concreti sul consorzio che si dovrebbe presentare il prossimo 15 dicembre – i ministri Giorgetti ed Orlando (impegnati proprio in quelle ore al Cdm) e i sottosegretari ministeriali neanche si sono presentati scatenando l’ira nella capitale di sindacati ed operai.

Appresa la notizia, infatti, i lavoratori – in presidio all’esterno del Mise mentre si svolgeva il tavolo di crisi (il 30esimo sullo stabilimento di Ponticelli ed il primo da quando gli operai hanno ricevuto le lettere di licenziamento) - hanno deciso di recarsi per un sit-in all’esterno di Palazzo Chigi. «Ci avete venduto alla multinazionale vergognatevi» «Giorgetti dove sei?» questi solo alcuni dei cori, gridati a squarciagola dagli operai napoletani intorno alle 18 e 30 di oggi, all’esterno della “residenza” del presidente del Consiglio, blindata da numerose forze dell’ordine.

In contemporanea al dicastero dello Sviluppo Economico le sigle sindacali restano in presenza ad oltranza «fin quando i ministri – che ora hanno terminato il Cdm – non si presenteranno» fanno sapere le stesse parti sociali ai dirigenti dell’esecutivo presenti al tavolo.

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Tutto era partito nel primo pomeriggio di oggi quando al Mise è andato in scena l’ennesimo tavolo sulla vertenza dei 320 operai dello stabilimento di lavatrici. All’incontro di oggi erano presenti insieme ai sindacati di Fim, Fiom e Uilm, Luca Annibaletti, coordinatore della struttura sulle crisi d’impresa, Romolo de Camillis, Dg dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali, Invitalia con il dirigente Roberto Rizzardo, il presidente del Consorzio che va verso la costituzione, Riccardo Monti, la Regione Campania ed il Comune di Napoli.

Mentre erano assenti i ministri Andrea Orlando (Lavoro) e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo Economico), quest’ultimi impegnati proprio in quelle ore nel Cdm. Mentre spicca l’assenza della viceministra del Mise Alessandra Todde, la stessa che da circa un anno e mezzo – da quando il titolare dello Sviluppo era il grillino Stefano Patuanelli – è sempre stata presente ad ogni summit.

Momenti di tensione si sono registrati al vertice intorno alle ore 17 e 10 tanto che i referenti dell’esecutivo davanti alle richieste espresse dei sindacati per maggiori garanzie sul consorzio hanno chiesto una pausa.

«Di nuovo il governo – si apprende da fonti sindacali nel corso della pausa del vertice - prima fa promesse poi ritratta, Orlando venuto a Napoli nell'incontro in prefettura garantendo ai lavoratori gli ammortizzatori e la formazione per consentire il passaggio di tutti nel nuovo soggetto, Giorgetti e Todde che Invitalia sarebbe entrata nel consorzio per garantire i livelli occupazionali, Draghi che a Santa Maria Capua Vetere assicurava soluzioni di alto livello e di prendere in carico i lavoratori come governo. Oggi sembra che ci siano solo la certezza del licenziamento e della Naspi e che la Whirlpool possa decidere anche di non cedere più il sito. I ministri non sono presenti al tavolo perché in consiglio dei ministri, i lavoratori presenti a Roma non hanno fretta ormai non hanno più niente da perdere». Il tavolo è “ripreso” intorno alle 18 e 30 con l’ira delle parti sociali che sono rimaste ad oltranza in attesa dei ministri che oggi, tuttavia, non arriveranno al tavolo.

Nel mentre, sotto Palazzo Chigi, sta accadendo di tutto con alcuni lavoratori che continuano ad urlare inferociti verso il palazzo istituzionale. In questo frangente un poliziotto della digos ha anche abbracciato una lavoratrice in lacrime. Ma al momento, a quanto si apprende dagli stessi lavoratori, «gli agenti si stanno preparando alla carica» per disperdere, presumibilmente, i manifestanti che non vogliono lasciare la piazza. Potrebbe salire la tensione, difatti, da un momento all’altro.

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