Whirlpool Napoli, nuova assemblea in fabbrica: «Bisogna accelerare i tempi per il consorzio»

Whirlpool Napoli, nuova assemblea in fabbrica: «Bisogna accelerare i tempi per il consorzio»
di Alessio Liberini
Giovedì 27 Gennaio 2022, 14:12 - Ultimo agg. 28 Gennaio, 13:57
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A più di un mese di distanza dall’ultimo incontro al Mise, sulla lunghissima vertenza Whirlpool di Napoli, lavoratori e sindacati sono tornati in fabbrica per una nuova assemblea.

Neanche il vertiginoso calo delle temperature a Napoli e in Campania ha fermato la lotta dei 317 metalmeccanici, ormai ex Whirlpool, che oggi in Naspi attendono ancora passi in avanti dal progetto di reindustrializzazione, avanzato dall’esecutivo la scorsa estate, per la creazione di un Consorzio che dovrebbe traghettare le tute blu verso un Hub della mobilità sostenibile.

Al momento, infatti, mentre l’azienda statunitense ha cominciato la pulizia dei capannoni di via Argine, con i macchinari che sono stati messi all’asta on-line a prezzi più che stracciati, gli operai licenziati dalla multinazionale aspettano ancora il passaggio dello stabile che dalla Whirlpool passerebbe, a prezzi di favore, al nascente Consorzio. Lo stesso che – almeno per il momento – non ha ancora presentato un piano industriale definitivo che doveva essere esposto – come spiegato dal numero due del Mise, Alessandra Todde, ad ottobre 2021 – lo scorso 15 dicembre. 

Nel mentre, operai e sindacati di Fiom, Fim e Uilm attendono, contestualmente, una nuova convocazione al ministero dello Sviluppo Economico che – come verbalizzato nell’atto dell’ultimo incontro romano – sarebbe dovuta arrivare entro la fine di questo mese. Ma, almeno per oggi, così non è stato.

«Abbiamo avuto un’interlocuzione con Luca Annibaletti (coordinatore della Struttura per le crisi di impresa ndr) al ministero – fa sapere il segretario della Fiom di Napoli, Rosario Rappa - Ci ha detto che stava concordando una data di riunione col Consorzio per un incontro che dovrebbe arrivare già nella prossima settimana». 

«È chiaro – precisa Rappa - che se quest’incontro dovesse tardare metteremo in campo iniziative per accelerare i tempi. Abbiamo chiesto, inoltre, anche alla Regione Campania di sollecitare il governo per quest’incontro.

Per noi la partenza del processo, legato all’acquisizione del sito di via Argine da parte del Consorzio, ha una tempistica di 18 mesi e quindi prima parte e prima riportiamo tutti i lavoratori dentro». 

Per la presentazione del piano industriale, invece, si attende la prima metà di febbraio «mese in cui un’azienda tedesca, che avrebbe un impatto pesante sul Consorzio dal momento che dovrebbe assorbire circa 200 lavoratori» potrebbe entrare a far parte del progetto di reindustrializzazione del sito di Napoli Est. Per la metà del mese prossimo quindi «dovremmo avere – chiarisce il segretario della Fiom - il piano industriale presentato che è la precondizione per avviare i corsi di formazione tenendo conto delle produzioni che si faranno e le professionalità che serviranno» in parallelo con il percorso del Consorzio.

«Stando alle tempistiche che ci siamo dati – sottolinea Rappa - a partire dal mese di luglio 2022 ci dovrebbe essere l’avvio delle prime produzioni e l’assunzione delle prime maestranze. Per arrivare, entro 12 mesi all’assorbimento dei due terzi ed entro 18 mesi dell’intera maestranza».

Contestualmente gli occhi di operai e parti sociali restano puntati anche verso Palazzo Santa Lucia. Solo questo lunedì, 24 gennaio, a margine della missiva inviata lo scorso 11 gennaio, le segreterie sindacali hanno incontrato – in video conferenza - l’assessore alle Attività Produttive della Regione Campania, Antonio Marchiello. A cui hanno ribadito la necessità di accelerare i tempi - per quanto riguarda le pratiche per l’avvio della formazione professionale - e di far maggior pressione al governo. Ma, l’incontro da remoto, non sembra essere andato per il meglio.

«Ci aspettavamo dalla Regione un piglio più aggressivo – spiega con un ghigno di amarezza il segretario della Fim di Napoli, Biagio Trapani - rispetto alla soluzione di questa vertenza. Ma, come tutte le vertenze qui in Campania, purtroppo non risultano avere mai risposte. Oramai viaggiamo da anni solo gestendo in modalità “pronto soccorso” le criticità che ci sono nei siti industriali». 

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«C’è una mancanza di lungimiranza industriale – tuona Trapani - anche nei confronti del Governo stesso. Una Regione che subisce uno "scippo" simile deve essere quanto meno arrabbiata e quanto meno cercare di dettare un po’ le linee come accade in altre Regioni d’Italia, basti pensare al caso toscano della Gkn dove la Regione si muove in maniera totalmente diversa».

«Crediamo – continua il segretario della Fim di Napoli - che sia arrivato il momento che anche il Governatore scende in campo per questi problemi, perché altrimenti, se il fronte non è compatto, non riuscirà mai a portare a casa le riposte per questi cittadini campani. Ci aspettiamo che la Regione faccia sentire il proprio peso istituzionale nei confronti del Governo e dei suoi ministri: dopo tre anni di lotta queste persone meritano un futuro più roseo dal momento che Napoli e la Campania da troppo tempo subiscono smacchi. È arrivato il momento di dare un’inversione di tendenza».

Così, mentre si resta in attesa di una convocazione al Mise per aprire una luce sul Hub della mobilità sostenibile, prosegue il lavoro didue diligence” (l'attività di investigazione e di approfondimento di dati e informazioni relative al passaggio dello stabile) che è stato prolungato nuovamente rispetto all’ultima scadenza prevista per lo scorso 22 gennaio. 

«Questo – racconta Antonello Accurso, segretario aggiunto della Uilm Campania - è un segnale positivo perché significa che ci sono ancora motivi per approfondire e interesse a firmare il preliminare di vendita». «Certo però – precisa Accurso - che non possiamo aspettare in eterno, più tempo passa più si allungheranno i tempi quindi è giusto che facciano tutti gli approfondimenti ma è giusto che le istituzioni si rendano conto che abbiamo bisogno di avere certezze. Agli imprenditori che dovranno entrare, invece, gli diciamo che qua c’è tanta attesa e tanta volontà a mettersi in gioco».

«Questi lavoratori – ricorda il segretario della Uilm -  per due anni hanno dimostrato un grande attaccamento al lavoro. Gli operai sono stati emblema di una lotta fatta con civiltà e determinazione. Ci aspettiamo dal prossimo incontro al ministero che ci sia più chiarezza e che la Regione Campania cominci a diventare il motore di questa trasformazione dal momento che le risorse e la formazione le maneggia Palazzo Santa Lucia e gli imprenditori sono campani. Il governo dovrà garantire la cornice dei diritti ma poi ci aspettiamo che qualcuno metti in moto tutto perché non possiamo far passare i mesi senza che le persone siano coinvolte in un processo che parli finalmente di futuro». 

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