Whirlpool Napoli, operai verso la disoccupazione: «Il governo ci ha abbandonati tutti»

Whirlpool Napoli, operai verso la disoccupazione: «Il governo ci ha abbandonati tutti»
di Alessio Liberini
Mercoledì 3 Novembre 2021, 00:01 - Ultimo agg. 17:49
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«Non ci possono garantire quello che ha detto Orlando dal 15 dicembre e dunque saremo in Naspi, (la Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego è una misura, prevista dall'ordinamento giuridico italiano, atta a garantire una continuità di reddito per coloro che incorrono in un periodo di disoccupazione involontaria) stipendio da disoccupazione». Lo si apprende da fonti vicine alle parti sociali mentre ritornano da Roma dopo un lunghissimo e forse ultimo tavolo ministeriale sulla vertenza Whirlpool Napoli. 

Mentre il consorzio che pare non avere più la benedizione di Invitalia, sempre da quanto riferito da fonti vicine alle sigle sindacali, li dovrebbe prendere «tra swt mesi, nel 2022». 

«Orlando si è rimangaito tutto e dopo la ristretta si sono seduti chiarendo che il consorzio ci sta ancora ma non vi riusciamo a mantenere andremo in Naspi ed i primi saranno assunti nel 2022, è quello che c’è hanno riferito» chiariscono i sindacati.

«Abbiamo chiesto la presenza di Invitalia (nel consorzio ndr) e ci hanno risposto "dobbiamo vedere", dovrebbe entrare con il fondo salvaguardia che non possiamo ottenere. Si sono rimangiati tutto.Dobbiamo solo aspettare» si apprende ancora da fonti vicine ai lavoratori di Ponticelli. 

Tutto era partito nel tardo pomeriggio di oggi quando al Mise il vertice (il 29esimo)  era andato in stand by dopo circa un ora e mezza dall’inizio dell’incontro.

Mentre, sul fronte giudiziario, si resta ancora in attesa della decisione - prevista per le prossime ore - del giudice del lavoro Maria Rosaria Lombardi, per quanto riguarda gli esiti del ricorso, presentato dalle parti sociali per condotta antisindacale, nei confronti della multinazionale statunitense Whirlpool.

Nel caso di una fumata bianca dal Tribunale, favorevole all’istanza presentata dalle sigle sindacali, le lettere di licenziamento collettivo, che potrebbero partire da un momento all’altro, diventerebbero difatti nulle. Sembra questo al momento l’unico vero salvagente per i circa 320 operai napoletani. 

Al nuovo round del Mise, partito intorno alle ore 18 e 30 con circa mezz’ora di ritardo dispetto alla tabella di marcia, erano presenti la viceministra dello Sviluppo Economico Alessandra Todde, che ha presieduto il vertice, il coordinatore della Struttura per le crisi d'impresa del Mise, Luca Annibaletti, alcuni esponenti del ministero del Lavoro, Invitalia, la Regione Campania e le parti sociali. Assenti, invece, i ministri Giancarlo Giorgetti (Sviluppo Economico) e Andrea Orlando (Lavoro), mentre non era presente neanche un responsabile per la multinazionale del bianco. 

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«Il lavoro del consorzio – ha spiegato la viceministra al Mise, Alessandra Todde, nel corso del tavolo - va avanti e sono state confermate le scadenze annunciate nei vari incontri» ovvero la presentazione del “piano industriale” prevista per il prossimo 15 dicembre, così come aveva annunciato Todde già la scorsa settimana (26 ottobre) quando ha visitato lo stabilimento di Ponticelli. 

«Il Mise – chiarisce Todde -  continua a svolgere il suo ruolo da mediatore e manteniamo aperte le varie interlocuzioni con le parti. Invitalia sta facendo un lavoro importante con grande impegno. Sono arrivate molte manifestazioni di interesse, non vogliamo far entrare aziende solo con l'obiettivo di assumere persone, ma stiamo scegliendo le aziende rispettando quello che è il progetto industriale nel suo complesso». 

 

Nel corso dell’incontro e in seguito alle dichiarazioni di Todde che difatti non hanno portato a nessun tipo di aggiornamento sulla spinosissima vicenda si sono registrati momenti di tensione tra l’esecutivo e i sindacati, in cerca di novità, concrete, sulla vertenza che va avanti da oramai quasi 900 giorni. Dopo più di un’ora e mezza dall’inizio del summit, alle ore 20 e 30 circa, gli stessi rappresentanti del governo hanno chiesto, da quanto si apprende da fonti vicine alle parti sociali, «15 minuti di sospensiva». La stessa che è andata avanti, tuttavia, per quasi due ore, infuocando ulteriormente gli animi già caldi dei presenti al tavolo. 

«L’incontro di stasera -  spiega il segretario nazionale Uilm e responsabile per il settore degli elettrodomestici, Gianluca Ficco, nel corso della lunghissima pausa del vertice - purtroppo si sta rivelando amaro per noi perché il governo sembra volersi rimangiare quella promessa che aveva fatto di “garantire la continuità occupazionale” o comunque non è in grado di dirci come farà ad assicurarla. Ma noi ribadiamo la nostra richiesta: evitare il licenziamento dei lavoratori di Napoli, assumere atti concreti che li possano aiutare. Ora siamo in sospensiva ed aspettiamo una risposta da parte del governo alle nostre richieste sindacali». 

Alle ora 23 circa sono stati alcuni Rsu del sito di via Argine a darci l’ardua sentenza: «Andremo tutti in Naspi».

«Il Ministero dello Sviluppo economico - si legge invece in un comunicato congiunto di Fim, Fiom e Uilm - non è stato in grado di assicurare quella continuità occupazionale ai lavoratori della Whirlpool di Napoli che pure aveva a più riprese promesso. Il Governo si è inizialmente schermito dietro al fatto che Whirlpool avrebbe ritirato la disponibilità ad effettuare un trasferimento di azienda, ma poi è emerso che nemmeno da parte governativa c’è alcun progetto concreto che preveda di scongiurare i licenziamenti e di assicurare la continuità occupazionale. Anzi l’unico percorso prospettato da parte del Ministero dello Sviluppo economico prevede che la riassunzione dei lavoratori, che nel frattempo evidentemente verrebbero licenziati, partirebbe dopo sei mesi dalla data di perfezionamento del piano di investimenti del consorzio, al momento previsto per il 15 dicembre. Si tratta di un percorso che evidentemente non scongiura i licenziamenti e tradisce le promesse fatte. Per questo chiediamo ai Ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico di tornare al tavolo, perché non possiamo accettare una siffatta marcia indietro. Il Governo comunicherà domani la data di incontro con i ministri».

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