Whirlpool, gli operai tornano al Mise:
«Invitalia entri nel Consorzio»

Whirlpool, gli operai tornano al Mise: «Invitalia entri nel Consorzio»
di Alessio Liberini
Martedì 16 Novembre 2021, 10:59 - Ultimo agg. 19:14
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Dopo l’impegno garantito prima dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, poi dal titolare del dicastero degli Esteri, Luigi Di Maio ed in seguito dal prefetto di Napoli, Claudio Palomba, gli operai della Whirlpool torneranno al Mise: tavolo convocato per questo venerdì alle 12.

A seguito dell’informativa, arrivata già in nottata alle sigle sindacali, dal coordinatore della struttura sulle crisi di imprese, Luca Annibaletti, questa mattina si è così avuta l’ufficialità. Al tavolo, il 30esimo del ministero dello Sviluppo Economico sulla lunghissima vertenza dello stabilimento di via Argine, si discuterà della costituzione  del Consorzio, proposto dall’esecutivo negli ultimi mesi, per la nascita di un hub della mobilità sostenibile che potrebbe traghettare i circa 320 operai napoletani che negli ultimi giorni hanno ricevuto le lettere di licenziamento.

«Siamo stati convocati per venerdì – spiega Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm e responsabile per il settore degli elettrodomestici - ma non abbiamo garanzie sulla presenza (al tavolo ndr) dei ministri interessati». «Purtroppo – chiarisce Ficco – arriviamo all’incontro con tutto il peso delle promesse mancate da parte dei ministri e con la richiesta ancora inevasa di conoscere il nome degli investitori del consorzio e con l’esigenza di accelerare al massimo i tempi.

Poiché, come è noto, Whirlpool ha fatto ciò che minacciava da tempo e quindi è partita con le lettere di licenziamento».

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Mentre per quanto riguarda la presenza, nel consorzio, dell’Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, le parti sociali tendono a chiarire che la stessa si impegni a diventare «parte fondatrice» del piano di reindustrializzazione del sito.  

«Vorremmo – precisa il segretario nazionale delle Uilm -  che Invitalia, in maniera chiara, si impegnasse ad entrare come parte fondatrice del consorzio, per avere almeno un elemento di certezza su cui si può costruire lo stesso».

Al momento, infatti, «non ci hanno fatto conoscere neanche un azienda. Il fatto che ci vengono riferite nuove imprese non ha alcun valore fin quando non si palesano in maniera ufficiale» tuona Ficco.  

Nel mentre i sindacati chiedono la presenza dei rappresentanti della multinazionale statunitense al summit ministeriale. «L’abbiamo chiesto, vedremo se il ministero riuscirà a portarli».

I lavoratori, invece, accettano la “chiamata alle armi” di questo venerdì chiarendo già da subito che saranno tutti a Roma, all’esterno del ministero, a manifestare in concomitanza con il tavolo del Mise che si avvicina alla data del 30 novembre: l’ultimo giorno valido dove gli operai potranno scegliere le proposte offerte dall’azienda (gli 85mila euro o il trasferimento nel sito di Cassinetta, in provincia di Varese).

«Per noi – racconta  Vincenzo Accurso, Rsu del sito e sindacalista Uilm -  è una volontà dell’azienda di creare una sorta di accordo tra le parti per evitare che qualcuno possa impugnare la lettera di licenziamento». «Gli 85mila euro – continua l’operaio metalmeccanico -  sono lordi è non  bastano. E’ solo una buona uscita per farci silenziare. Per chi va a Varese, invece, non è un trasferimento perché ormai siamo stati licenziati. Dovremmo essere così riassunti e ripartire da zero, senza articolo 18 e gli anni maturati, è solamente un accordo fatto tra le parti per non farci impugnare gli esoneri». «Era un accordo – ricorda Accurso -  del piano Italia del 2018 dove c’eravamo anche noi per svecchiare il personale e si dava la possibilità a tutto il gruppo di trasferirsi li, era per tutti gli operai del gruppo Whirlpool in Italia, non riguarda solo Napoli. Dovrebbe essere una scelta libera ma per noi è diventata obbligatoria per non perdere il lavoro, un ennesimo schiaffo al governo come se l’azienda dicesse a loro “non avete fatto niente per evitare il licenziamento ed io li riassumo da capo perché ho bisogno di fare assunzioni al nord”».

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