Whirlpool Napoli, protesta anche a Capodanno: «Che sia un anno di rinascita»

Whirlpool Napoli, protesta anche a Capodanno: «Che sia un anno di rinascita»
di Alessio Liberini
Sabato 1 Gennaio 2022, 17:14 - Ultimo agg. 2 Gennaio, 08:08
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Anno nuovo, lotta vecchia. Intorno alle 11 di questa mattina circa 20 operai, ormai ex Whirlpool, si sono radunati per un picchetto all’esterno dei cancelli – chiusi da più di un anno – dello stabilimento di via Argine. Anche per il 2022, scoccato solo da poche ore, le tute blu di Ponticelli proseguono il loro presidio e la loro lotta su una vertenza che va avanti da quasi mille giorni.

«Napoli non molla» è il grido che si alza feroce, nella silenziosa mattinata del post San Silvestro, lungo l’area orientale della città. Così, dopo un breve sit-in all’esterno dei cancelli, i metalmeccanici si sono spostati nel vicino Cral aziendale per brindare al nuovo anno con la speranza che sia finalmente quello decisivo, dopo oltre 30 mesi di promesse e garanzie disattese su più fronti da ben tre governi. 

«Non è un brindisi per festeggiare – chiariscono fin da subito i lavoratori mentre stappano alcune bottiglie di spumante - non abbiamo niente da festeggiare, ma è solo un monito per ribadire che noi siamo qui e lo saremo sempre, fin quando non riaprirà questa fabbrica». Anche nel primo giorno dell’anno nuovo e dopo i licenziamenti collettivi, arrivati ai circa 317 ex dipendenti della multinazionale statunitense già lo scorso novembre, gli operai proseguono fin dalle prime luci del 2022 la loro lotta - a margine delle terze festività natalizie passate nella totale incertezza sul proprio futuro - affinché non si spengano le dovute luci su quella che oggi è diventata una vertenza simbolo dell’intero Paese, specialmente per il Mezzogiorno: da sempre in crisi sul tema dell’occupazione.

La sfida per il rilancio dell’economia al Sud, nel post pandemia, passa anche e soprattutto per via Argine: lo dimostra il presidio di oggi, 1 gennaio 2022.

«Siamo ancora qui – raccontano le tute blu di Napoli Est, senza nascondere le perplessità del momento ma con un occhio di speranza verso il futuro - tutti quanti insieme uniti più che mai per presidiare, come sempre, questa fabbrica perché fin quando non si riapriranno i cancelli noi non saremo soddisfatti. Saremo felici e potremmo stare insieme a festeggiare, piangere anche, perché abbiamo ottenuto il nostro risultato: tornare a lavorare e dare felicità alle nostre famiglie. Facciamo un augurio che sia un anno di rinascita». 

Una rinascita che potrebbe arrivare già quest’estate dopo oltre 900 giorni di sacrifici. «È il terzo anno che viviamo nell’incertezza di un futuro – racconta amareggiato l’operaio Gianni D’Abbundo che proprio quest’anno avrebbe compiuto i suoi 22 anni di attività in Whirlpool - nell’incertezza di avere un posto di lavoro e quindi speranzosi che le nostre famiglie ritornino a sorridere e avere una speranza per il futuro. Il nostro augurio è la riapertura di questi cancelli che sia breve e che si costituisca presto questo nuovo consorzio che ci dia lavoro a tutti noi. Ho una figlia e mi preoccupo per il suo futuro e per il futuro di tutti i nostri figli. La preoccupazione (dopo tre anni di lotta, ndr) è tanta ed il mutuo da pagare è sempre li e quindi il lavoro è una priorità, speriamo presto di risolvere con il nuovo consorzio».

Ma la lotta, dopo l’uscita dell’azienda americana, è chiaramente ancora lunga e tutt’altro che terminata. Intorno al 15 di questo mese, infatti, gli operai torneranno al Mise per avere sviluppi dal Consorzio – proposto la scorsa estate dall’esecutivo – che dovrebbe traghettare i lavoratori verso un piano di reindustrializzazione del sito di via Argine il quale potrebbe diventare un Hub della mobilità sostenibile ed entro luglio 2022 iniziare a riassorbire parte degli operai con le prime “nuove assunzioni”, come stabilito lo scorso 20 dicembre al ministero dello Sviluppo Economico. Entro il 15 gennaio, infatti, secondo quanto riferito dagli stessi rappresentati del dicastero, nel corso del 31esimo tavolo di crisi sulla spinosissima vertenza, dovrebbe essere definito il preliminare di vendita del sito che dalla Whirlpool passerebbe al Consorzio, lo stesso che presenterà il piano industriale definitivo solo dopo il 15 febbraio. 

«Dobbiamo lottare e riesistere ancora – spiega Vincenzo Accurso, Rsu del sito e sindacalista Uilm - anche perché se la multinazionale è andata via dobbiamo resistere perché il governo deve portare una soluzione a tutti i lavoratori e soprattutto una continuità produttiva per l’area e per quello che abbiamo dimostrato. Continueremo a stare uniti nella lotta e a presidiare».  «Oramai – precisa Accurso con un velo di tristezza - siamo abituati a non ascoltare più le promesse ma a lavorare e a far partire dal basso la resistenza perché questa vertenza resite grazie ai lavoratori di questa fabbrica che non si sono arresi, ne contro il governo ne contro la multinazionale».

Oggi, difatti, inizia un nuovo anno «di lotta dove valuteremo l’iniziativa industriale messa in campo dal governo. Un’iniziativa importante in un’economica che cambia. Aspettiamo riposte serie su questa vertenza perché è il simbolo di un Paese, di lavoratori e cittadini, che lottano per difendere il proprio lavoro e per dare futuro ad un territorio». Sottolinea Giovanni Fusco, Rsu di fabbrica e sindacalista Fiom. 

«Aspettiamo - continua Fusco - grandi cose da questo Hub della mobilità sostenibile perché, in questa fase in cui ci saranno tanti cambiamenti legati alla green economy, il Paese ha bisogno di avere degli Hub nazionali per portare avanti questi progetti. Sulla carta l’impegno dell’esecutivo è un impegno importante, sia dal punto di vista di risorse ma anche di iniziative produttive, perché quest’Hub sarà incentrato su tutto quello in cui l’Europa sta investendo, questo però si deve tramutare in fatti reali che garantiscano in primis gli ex lavoratori della Whirlpool di Napoli ma anche per dare uno sbocco professionale ad altre persone che possano lavorare in quest’Hub. Noi non ci fermeremo nella lotta fin quando non ci sarà un piano industriale serio».

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