Whirlpool Napoli, l'ultima notte dei lavoratori in fabbrica: «Licenziati, ma da qui non usciremo più»

Whirlpool Napoli, l'ultima notte dei lavoratori in fabbrica: «Licenziati, ma da qui non usciremo più»
di Oscar De Simone
Sabato 31 Ottobre 2020, 09:52 - Ultimo agg. 19:03
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Sono stati licenziati con un sms i lavoratori della Whirlpool di Napoli. Un messaggio sul telefonino che, dopo diciotto mesi di scioperi, manifestazioni e presidi, ha il sapore amaro della sconfitta. Poche righe attraverso le quali i dipendenti sono stati «esentati dal rendere la propria prestazione lavorativa presso il sito» e in cui si legge che «qualsiasi accesso non autorizzato sarà perseguito a termini di legge». Per questo motivo e per portare avanti ogni azioni di lotta in difesa del proprio lavoro, i dipendenti hanno deciso di iniziare un presidio permanente all'interno dei locali dell'azienda. Così sono state rispolverate le vecchie brandine e allestiti punti in cui passare le prossime notti. Una protesta che «non può fallire» – dicono in fabbrica – e che segna l'inizio di una nuova e più forte contestazione. «Non possiamo essere messi da parte in questo modo – dichiarano – ed è incredibile che la Whirlpool lo abbia fatto con un sms. È incredibile che alla fine sia accaduto ed è per questo che non arretreremo di un solo passo. Il nostro futuro inizia adesso e porteremo avanti la nostra battaglia perché quello che è successo crea un grave precedente. In questo modo ogni azienda potrà cessare le proprie attività, venendo meno ad accordi presi in precedenza. Abbiamo il dovere di lottare per noi e per tutti quelli che potrebbero trovarsi nelle nostre condizioni». 

 

Una protesta forte stavolta e che viene rivolta anche al governo. Ai ministri e alle autorità che nei mesi precedenti, hanno promesso mediazioni ed interventi utili alla salvaguardia di quasi mille lavoratori, tra effettivi ed appartenenti all'indotto. «Il governo avrebbe dovuto salvarci – dichiarano Sonia ed Italia – e non consentire questo dietrofront dell'azienda. Ora non possiamo fare altro che andare avanti, ma ci sentiamo traditi. Siamo stati lasciati soli e stasera è più chiaro a tutti. È inammissibile mettere in strada centinaia di persone in questo momento di crisi mondiale ed emergenza lavorativa». 

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La prima notte è passata così tra incredulità, sconforto e tanta rabbia.

Una notte fatta di pensieri ed azioni che segneranno il futuro dei lavoratori che già oggi – insieme ad altre realtà territoriali e nazionali – progetteranno le azioni da mettere in campo nel corso di quella che è stata definita la “fase 3” della lotta in difesa del lavoro. 

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