Whirlpool Napoli, il ministro Orlando: una norma ad hoc per “traghettare” gli operai verso il consorzio

Whirlpool Napoli, il ministro Orlando: una norma ad hoc per “traghettare” gli operai verso il consorzio
di Valerio Iuliano
Martedì 19 Ottobre 2021, 23:44 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 17:10
4 Minuti di Lettura

I licenziamenti non ci saranno. Il governo assicura che nello stabilimento di via Argine riprenderà l’attività produttiva. L’esito del vertice di ieri al Mise tra l’esecutivo e i sindacati sulla vertenza Whirlpool lascia ben sperare, sebbene restino sul tappeto ancora molti interrogativi. 

L’incontro, cui hanno partecipato la viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde, gli esponenti delle sigle sindacali e l’assessore regionale Marchiello, non era iniziato sotto i migliori auspici, per l’assenza dei due ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando. I titolari dei dicasteri dello Sviluppo economico e del Lavoro «hanno giustificato l’assenza causa la convocazione - fa sapere il governo - in contemporanea della Cabina di Regia della presidenza del consiglio».

Ma nella fase finale del vertice è intervenuto Orlando, che si è allineato sulle posizioni della viceministra Todde e ha garantito che il suo ministero «si farà carico di garantire la continuità occupazionale dei dipendenti Whirlpool del sito di Napoli». Un impegno preciso, quello di Orlando, che ha aggiunto: «Abbiamo lavorato con il Mise per verificare la congruità di una soluzione che può essere più o meno ravvicinata nel tempo. Ci sono delle variabili. La prima è capire la disponibilità di Whirlpool ad accompagnare questo percorso. Vogliamo evitare un vuoto e scongiurare i licenziamenti». 

Video

La procedura di licenziamento collettivo, tuttavia, è scaduta. E la multinazionale ha la possibilità di inviare le lettere, già a partire da venerdì prossimo, nell’eventualità che non venga accolto dal Tribunale di Napoli il ricorso presentato dai sindacati di categoria per «condotta antisindacale». Il tempo a disposizione è pochissimo. E perciò il governo deve affrettarsi a definire in tempi brevi una soluzione utile ad evitare il peggio. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di presentare, forse già nel prossimo vertice fissato per lunedì prossimo, una norma ad hoc per traghettare subito i lavoratori ad una sorta di «società- ponte», in vista della costituzione del consorzio a metà dicembre. Toccherà a Giorgetti ed Orlando realizzare una soluzione di questo tipo, con il passaggio dei 321 operai da Whirlpool ad un “veicolo”- un vocabolo vagamente astruso utilizzato dai tecnici - con la copertura della Cig. È l’unica possibilità per evitare il rischio che il probabile licenziamento dei lavoratori - comunque ancora tutto da verificare perché nel frattempo bisognerà attendere il verdetto del Tribunale - possa vanificare il complicato percorso di formazione del consorzio, che rileverà l’ex fabbrica di lavatrici. «È un primo passo avanti ma resta una corsa contro il tempo», spiegano i leader della Fim Cisl della Campania e di Napoli Raffaele Apetino e Biagio Trapani. Mentre il segretario generale della Uil Giovanni Sgambati sottolinea che «il governo deve sapere che va trovata una soluzione senza passare per i licenziamenti, perché Whirlpool è simbolica per Napoli, per il Mezzogiorno e per il Paese».

Le organizzazioni sindacali, nel corso dell’incontro di ieri, hanno chiesto al ministro Giorgetti, in occasione del suo prossimo viaggio negli Stati Uniti, di incontrare i vertici di Whirlpool. Fim, Fiom e Uilm, chiedono «di passare dagli impegni politici ai provvedimenti concreti», annunciando, intanto, assemblee in tutti gli stabilimenti ed uno sciopero nazionale il 29 ottobre. Nella riunione del 25 ottobre Invitalia «darà un aggiornamento - spiegano dal governo - sull’andamento del piano di reindustrializzazione del sito di Napoli». Molti nodi si scioglieranno lunedì prossimo e tre giorni prima arriverà la sentenza del Tribunale di Napoli, sul ricorso ex articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori per «la condotta antisindacale» di Whirlpool. Un ricorso che scaturisce dal mancato rispetto da parte della multinazionale - sostengono Fim, Fiom e Uilm - degli accordi dell’autunno 2018 sul piano industriale.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA