Whirlpool Napoli, gli operai “accolgono” Di Maio le lettere di licenziamento: «Siamo per strada»

Whirlpool Napoli, gli operai “accolgono” Di Maio le lettere di licenziamento: «Siamo per strada»
di Alessio Liberini
Mercoledì 10 Novembre 2021, 23:20 - Ultimo agg. 11 Novembre, 20:28
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«Ministro noi siamo stati licenziati, abbiamo avuto la lettera, sta qui Luigi. Abbiamo bisogno di una mano, siamo per strada» così l’operaia della Whirlpool di Napoli, Sonia D’Aniello, sbatte – letteralmente – la realtà dei fatti in faccia all’attuale titolare del dicastero degli Esteri, Luigi Di Maio, in precedenza già ministro del Lavoro proprio all’epoca di quando la multinazionale statunitense dichiarava il sito partenopeo «non sostenibile» e quindi prossimo alla chiusura.

Quasi tre anni dopo, ed in seguito ad un mare di promesse disattese da ben tre governi, i lavoratori dello stabilimento di via Argine sono ancora qui, ma adesso tra le loro mani compare un triste documento: la lettera di licenziamento, arrivata ai circa 320 lavoratori proprio negli ultimi giorni.

 

«Lui ce l’ha fatte tante di promesse – ricorda D’Aniello, mentre con una decina di suoi colleghi attende l’uscita del ministro dal cinema teatro Gloria di Pomigliano d’Arco dove lo stesso sta presentando il suo ultimo saggio - . Oggi si ritrova a presentare un libro “Il mio amore chiamato politica” mentre io intendo (la politica ndr) un tradimento chiamato Whirlpool grazie a lui che non ci ha tutelato quando aveva il potere per farlo e dopo aver firmato un accordo al ministero che avrebbe salvato la fabbrica oggi (con la lettera di licenziamento ndr) è calato tutto, vorrei spiegazioni».

Sonia è una delle tante lavoratrici dello stabilimento di Ponticelli che adesso, dopo 24 anni di duro lavoro in fabbrica, si ritrova difatti senza un futuro concreto all’età di 45 anni.

E’ questo il motivo che l’ha spinta oggi a Pomigliano d’Arco dove dalle 18 di questo pomeriggio è restata in presidio, all’esterno del cinema, per oltre due ore nonostante la pioggia e la stanchezza di questa lotta operaia infinita che ormai va avanti da quasi 900 lunghissimi giorni.

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All’uscita dell’ex capo politico dei 5 stelle è stata la prima, tra i suoi colleghi presenti li oggi, a “fermarlo” per sbattergli in faccia il dramma di un intero territorio, incarnato nella missiva di esonero collettivo, dove la multinazionale del bianco era l’ultimo dei pochi presidi occupazionali in quella zona che oggi è già conosciuta come «l’ex area industriale di Napoli».

Lavoratori e Rsu di fabbrica hanno chiesto così, nuovamente, una mano dal ministro campano affinché si ritorni al Mise per una convocazione ed un nuovo tavolo sulla vertenza. «Lo so bene (che sono arrivati i licenziamenti ndr), conosco tutta la vicenda – spiega con una tranquillità disarmante lo stesso Di Maio ai lavoratori – è evidente che dovete essere convocati, lo dirò alla viceministra del Mise Todde e al ministro Giorgetti, adesso dobbiamo trovare la soluzione per non far perdere i posti di lavoro». «Ci sono un mare di soldi pubblici investiti la ed ora fermi - prosegue l’attuale titolare degli Esteri – che adesso dobbiamo intercettare con i privati, questo dobbiamo fare, lavorarci».

«Oggi confidiamo in un tavolo al Mise – racconta, invece, Raffaele Romano, Rsu e sindacalista Fiom, dopo aver espresso la stessa richiesta, a più riprese, allo stesso Di Maio - . Dove lui in precedenza li ha presidiati tanti, chiediamo a gran voce allo stesso che faccia pressione sull’attuale titolare dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e alla viceministra Alessandra Todde che è dello stesso partito suo, affinché questo tavolo arrivi quanto prima dal momento che le lettere di licenziamento ce l’abbiamo e non possiamo più ragionare con la testa, oggi ragioniamo diversamente».

Nel mentre, in attesa di un nuovo vertice a Roma, i lavoratori di Napoli non si arrendono e proseguono la loro lotta, incessantemente. Domani, infatti, alle ore 13 e 30 si incontreranno con il prefetto di Napoli, Claudio Palomba «affinché apri un tavolo permanente sulla vertenza» spiegano i lavoratori, mentre in seguito, alle ore 15 e 30, gli stessi si raduneranno nel Cral di via Argine in assemblea con le sigle sindacali al fine di decidere le nuove azioni di lotta da intraprendere.

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