Whirlpool Napoli, l'operaio all’ufficiale giudiziario con la lettera di licenziamento: «Sono in strada a chiedere l’elemosina»

Whirlpool Napoli, l'operaio all’ufficiale giudiziario con la lettera di licenziamento: «Sono in strada a chiedere l’elemosina»
di Alessio Liberini
Venerdì 5 Novembre 2021, 12:41 - Ultimo agg. 6 Novembre, 08:06
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«All'attenzione dell'ufficiale giudiziario. Il dipendente Whirlpool alla quale lei si appresta a consegnare una lettera di licenziamento non è al momento in casa, vista la delicatezza della comunicazione e onde turbare la psiche di mia moglie e dei miei figli, se può gentilmente consegnarmi la lettera di licenziamento personalmente, mi troverà a chidere l'elemosina dalle ore 8.00 alle ore 13.00 presso il santuario di Madonna dell'Arco e dalle 14 alle 20 presso il santuario di Pompei noterà la mia presenza facilmente, avrò un cartello al collo, con su scritto «che deve licenziare è una questione di sovranità nazionale», grazie. Napoli non molla». È questo il contenuto di un volantino affisso questa mattina, all'esterno della sua abitazione, dall'operaio dello stabilimento di lavatrici napoletano, Francesco Petricciuolo che in queste ore attende, come i suoi 320 colleghi, l'arrivo dell'ufficiale giudiziario che gli consegnerà la missiva di licenziamento. 

Il lavoratore fa sapere così allo stesso che non si troverà in casa perchè sarà «a chiedere l'elemosina» con un cartello al collo dove riprende, in soldoni, le dichiarazioni rilasciate al Giffoni Film Festival lo scorso 29 agosto 2020 dal ministro Luigi Di Maio agli stessi lavoratori. «È anche una battaglia di sovranità del nostro Paese, quello che è successo su questa fabbrica è inaccettabile», queste le parole, rilasciate più di un anno fà dall'ex capo politico del Movimento. 

Contestualmente, nel primo pomeriggio di oggi, i lavoratori dello stabilimento di Ponticelli saranno in presidio all'esterno del Palazzo Reale di Napoli dove intorno alle 16 si incontreranno con l'attuale titolare del dicastero del Lavoro, Andrea Orlando

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Nel mentre, però, a molti lavoratori dello stabilimento di Napoli Est continuano ad arrivare le lettere di esonero ma c’è chi, tra la rabbia e l’amarezza, decide di buttarle direttamente nel water. 

«Quando stamattina ha suonato il citofono - racconta Luciano Doria, l’autore del forte gesto, che in Whirlpool ci ha passato oltre 30 anni della proprio vita - ho avuto finalmente la certezza che anche a me è arrivata la fatidica raccomandata.

Quando l’ho ritirata era già aperta, questo mi ha incuriosito ma l’ufficiale mi ha chiarito che è semplicemente la prassi di quando si consegnano questi tipo di atti a mano». 

«Leggendo quello che c’è scritto - continua Doria - mi è venuto spontaneo fare il gesto di buttarla nel gabinetto, o quanto meno nella spazzatura. Un gesto estremo perché non accetto assolutamente quello che mi hanno fatto, ci hanno fatto, e quello che ci stanno proponendo in cambio per accettare questo licenziamento che se oggi mi mandi una raccomandata con il licenziamento e mi dici che ho il tempo ( fino al 30 novembre ndr) per decidere se accettare quest’ultimo con un trasferimento a Varese o una buona uscita». «Non mi puoi comprare così - tuona l’operaio metalmeccanico - perché hai fatto un gravissimo errore. Allora da qua parte il gesto estremo, ovvero buttare quella loro offerta nel wc». 

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