Secondo Capezzuto, «il mancato funzionamento degli impianti è un spreco di risorse pubbliche e un'opportunità persa nel ridurre le emissioni inquinanti nella città di Napoli.
Parliamo di sprechi reali a partire dai circa 4 milioni di euro di origine pubblica nazionale, regionale e anche una parte comunale investiti per acquistarli e installarli, fino alla mancata produzione di energia elettrica che consentirebbe di ridurre i costi in bolletta del Comune di Napoli di circa 1 milione di euro. I costi di bolletta sono significativi ma, ricordo, nessuno li controlla vista l'assenza del soggetto preposto cioè l'energy manager, figura obbligatoria per legge per un ente energivoro come l'amministrazione napoletana. C'è poi da sottolineare che quegli impianti erano stati realizzati per ridurre le emissioni inquinanti da energie fossili, stimate almeno in 3,5 tonnellate di anidride carbonica evitabile. Il Wwf ha atteso,inutilmente, più di un anno per avere risposte e perché gli uffici si attivassero per mettere in funzione gli impianti ed avere elementi concreti della loro produzione di energia pulita. Il tempo passa e riceviamo solo rassicurazioni e promesse con il rischio concreto che questi impianti non gestiti o gestiti male siano non più recuperabili. Nostro malgrado ci rivolgeremo alle Autorità competenti e alla Corte dei Conti per verificare inadempienze e l'esistenza di sprechi di risorse pubbliche, che se confermati farebbero della vicenda degli impianti fotovoltaici a Napoli uno scandalo che non è più possibile tacere».