Zes Napoli, da Intesa Sanpaolo in arrivo cinque miliardi per le imprese interessate a investire

La centralità dei porti meridionali resta un valore strategico in chiave euromediterranea

Zes Napoli, da Intesa Sanpaolo in arrivo cinque miliardi per le imprese interessate a investire
di Nando Santonastaso
Mercoledì 9 Novembre 2022, 07:10 - Ultimo agg. 10 Novembre, 08:35
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Salgono da 1,5 a 5 miliardi le risorse messe a disposizione da Intesa Sanpaolo per le imprese interessate a investire nelle Zes. Ma non solo nelle otto Zone economiche speciali localizzate nel Mezzogiorno che dopo la svolta antiburocrazia (vedi alla voce sportello digitale e autorizzazione unica) stanno finalmente decollando a suon di nuovi investimenti. L'importante plafond annunciato ieri a Napoli, nel corso di un convegno presso la sede di via Toledo delle Gallerie d'Italia aperto dal direttore regionale Giuseppe Nargi, comprenderà anche le Zls, le sette Zone logistiche semplificate del Nord ancora in fase di realizzazione che però da tempo guardano forse anche con un pizzico di invidia a ciò che sta maturando al Sud, con l'avvenuto snellimento delle procedure autorizzative e le risorse del Pnrr. Evidentemente per il più grande gruppo bancario nazionale il piano di valorizzazione delle free zone collegate ai porti (con una linea di finanziamento ad hoc che riconosce un'agevolazione sul tasso d'interesse) si allarga ora ad un'ottica unitaria nazionale, anche se nel recente passato Intesa aveva già sottoscritto accordi di collaborazione con le Autorità di sistema portuale di Trieste e Venezia. Che anche da qui passino le possibili, eventuali sinergie tra Zes e Zls è per ora prematuro prevederlo.

Di sicuro, la centralità dei porti meridionali resta un valore strategico in chiave euromediterranea: non a caso lo scenario illustrato con la consueta chiarezza e competenza dal Direttore generale di Srm Massimo Deandreis conferma che i porti collegati alle Zes crescono in media di più. E il commissario della Zes Campania (e Calabria) Giosy Romano, coordinatore nazionale dei commissari Zes, sottolinea che proprio lo snellimento burocratico è la vera forza delle Zone economiche speciali, molto più del credito d'imposta riconosciuto a chi investe e per il quale si cercheranno nuove soluzioni visto che a fine anno la misura scadrà. 

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«Il ruolo che Intesa Sanpaolo sta svolgendo, a proposito delle Zone Economiche Speciali e delle Zone Logistiche Semplificate, è quello di motore dello sviluppo economico, un ruolo che svolgiamo rispetto a tutte le attività nelle quali si esplicano il saper fare e la capacità innovativa delle imprese italiane», spiega il presidente del Gruppo bancario Gian Maria Gros Pietro, che conclude la kermesse.

E il coinvolgimento ieri a Napoli di alcuni dei protagonisti dell'economia marittima e manifatturiera (da Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria a Mario Mattioli, presidente di Confitarma, a Umberto Masucci, presidente dell'International Propeller Clubs) conferma l'assoluta attualità del tema. Del resto, chi meglio dell'impresa meridionale può cogliere quest'opportunità che in termini di risorse passa per i 630 milioni alle Zes destinati dal Pnrr ai progetti logistico-portuali e di connessione ferroviaria per consolidare i collegamenti tra i porti e le aree produttive, e per i 3,4 miliardi riservati sempre dal Piano di ripresa e resilienza a interventi sui porti del Mezzogiorno. E non può che essere il Mezzogiorno, per la sua naturale collocazione geografica, il punto di riferimento obbligato della cosiddetta regionalizzazione della globalizzazione nel Mediterraneo che secondo Srm determinerà un aumento dei traffici marittimi circoscritto in specifiche zone con rotte di breve-medio raggio. 

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