Zona rossa a Napoli, riaprono i negozi di abbigliamento: «Ma non possiamo più continuare così»

Negozio di calzature
Negozio di calzature
di Emma Onorato
Martedì 6 Aprile 2021, 17:43 - Ultimo agg. 7 Aprile, 20:08
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Sono molteplici le attività commerciali di Napoli che oggi hanno deciso di rialzare la saracinesca in forma di protesta. Il Dpcm in vigore impone la chiusura per i negozi di abbigliamento, calzature e gioielleria ma consente la regolare attività commerciale per altri esercizi dello stesso comparto, come ad esempio la vendita di intimo e articoli sportivi.

Forte la rabbia degli esercenti che non condividono i criteri decisionali: «Non può essere una categoria merceologica a decidere per il nostro futuro» dichiara Roberta Bacarelli, presidente di Federmoda. È per questo che oggi alcuni titolari di negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie hanno riaperto bottega esponendo in vetrina articoli di intimo per donna in forma di protesta. 

«Siamo rimasti fuori dal Dpcm - spiega Bacarelli - a noi non è consentito aprire. È inspiegabile come possano considerare un negozio di intimo un posto sicuro mentre un negozio di abbigliamento no.

Vogliamo riaprire perché i sostegni sono stati inadeguati. Non siamo più in grado di continuare in questo modo».

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Una forma di protesta elegante che lancia un messaggio chiaro: «Abbiamo ampliato il nostro codice Ateco facendo richiesta di aggiunta per l'intimo. Tutto questo per far capire: mettendo l'intimo diventiamo sicuri? Se invece vendiamo vestiti e scarpe non siamo più sicuri? C'è una tale incongruenza con questa legge, non ha alcun senso. Vogliamo far capire che è assurdo che sia una merce a far decidere se un'azienda può restare aperta oppure no» conclude Bacarelli. L'idea portante, che accomuna chi ha aderito alla silenziosa iniziativa di oggi, vuole mettere in risalto l'importanza delle misure cautelative anti-Covid e del rispetto del protocollo di sicurezza anti contagio; su questi aspetti gli esercenti vorrebbero che venissero prese delle decisioni e non sulla selezione di una categoria merceologica.  

Sulle vetrine di alcune gioiellerie e negozi di calzature di Chiaia, è stata affissa una locandina dove si può leggere: «Il futuro non si chiude. È passato un anno. Non possiamo più aspettare. Anche le imprese muoiono». Come sfondo si intravede una saracinesca abbassata, simbolo dell'attuale realtà che fa da specchio a molte imprese che ad oggi si ritrovano in ginocchio. Ed è di forte impatto vedere il salotto dello shopping napoletano dipingersi di grigio, un grigio saracinesca, accompagnato da un silenzio assordante di un passeggio che ormai sembra solo un lontano ricordo.

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