25 aprile, le voci dei giovani al Comicon: «In troppi oggi non sanno cosa si festeggia»

25 aprile, le voci dei giovani al Comicon: «In troppi oggi non sanno cosa si festeggia»
di Alessio Liberini
Lunedì 25 Aprile 2022, 18:10 - Ultimo agg. 26 Aprile, 07:23
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L’ultimo giorno della 22esima edizione del Comicon di Napoli coincide quest’anno col 25 aprile. Una data in cui in tutta Italia si celebra la festa della Liberazione dal nazifascismo e la definitiva caduta dei regimi totalitari in Europa. Festa fondamentale per la storia del nostro Paese in cui si ricorda la valorosa Resistenza dei partigiani italiani.

Numerose le commemorazioni che si celebrano oggi, da Nord al Sud dello Stivale.

Ma tra i più giovani quanto è sentita questa festa?

 

L’abbiamo chiesto ai tanti ragazzi e ragazze che in queste ore affollano gli spazi della Mostra d’Oltremare dove a breve si chiuderà il Salone Internazionale del Fumetto e del Gioco. «Andrebbe un po’ di più studiata sui libri di scuola, in tanti oggi non sanno cosa si festeggia» racconta amareggiato un giovanissimo. Sono molti, infatti, i ragazzi che ignorano, o semplicemente non conoscono, il significato del 25 aprile. Mentre altri, addirittura, ignorano persino l’esistenza dei partigiani che hanno sacrificato la loro vita per la liberazione del Paese. 

«Oramai è diventato più un giorno per dire “ok è festa oggi non si va a scuola” ma pochi sanno cosa è successo e chi ci ha aiutato soprattutto» racconta un cosplay che porta con sè, insieme al suo travestimento, una bandiera degli Stati Uniti. «È un giorno – precisa - che ha un significato importante per la nostra nazione. La liberazione dal fascismo è stato un passo importante che ha portato il nostro Paese a diventare una democrazia». 

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«Sicuramente non si conosce abbastanza, molte persone non sanno bene cosa si festeggia. Forse non sanno nemmeno che oggi è il giorno della Liberazione» è il monito di una ragazza che invita i suoi coetanei ad informarsi di più. Mentre un altro ricorda i valorosi scugnizzi delle Quattro Giornate di Napoli che «hanno cacciato i fascisti autonomamente organizzandosi col popolo». Ma per molti la poca conoscenza della festività è dovuta al fatto di non aver «vissuto l’epoca fascista, quindi non sappiamo quanto sia stata effettivamente brutta» evidenzia una giovanissima. 

Tra i più grandi, invece, la critica ricade sul suo significato, oggi in parte dimenticato: «Anche se i giovani la ricordano credo che ormai è stata svuotata dei suoi valori. Non credo che nella vita reale i principi alla base della Liberazione trovino questa grande applicazione» commenta mesto un adulto. 

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