Addio a Ermanno Rea. Il ricordo di Silvio Perrella: «Era un napoletano luterano»

Addio a Ermanno Rea. Il ricordo di Silvio Perrella: «Era un napoletano luterano»
Martedì 13 Settembre 2016, 18:59
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«Un napoletano luterano, con la sua coscienza critica del dubbio. Uno strano giornalista capace di intuire i veri problemi e di scavarci dentro e di costruire grandi inchieste» Cosi definisce Ermanno Rea, scomparso oggi a Roma, lo scrittore Silvio Perrella che ha condiviso con lui l'esperienza del Premio Napoli e che sottolinea nel suo ricordo la doppia anima di Rea, eccelso narratore e indagatore.

«È stato come un direttore di se stesso - spiega Perrella - nel senso che si auto-commissionava questi reportage, forse perchè la stampa che lui amava c'era più. È accaduto così con la scomparsa di Federico Caffè, con La Dismissione sull'Ilva di Bagnoli. La sua grandezza era quella di inserire sempre Napoli nel contesto del mondo, raccontando una città non marginale ma dentro lo scenario internazionale. I suo romanzi erano ancorati sempre al reale, gli faceva orrore la bella pagina. Anche nella esperienza avuta insieme al Premio Napoli la missione è stata sempre produrre conoscenza sulla città, sulla sua urbanistica, la sua cultura. Prima capire insomma, poi discutere. Eccelleva nei ritratti di donna, uno per tutti la Francesca Spada di Mistero napoletano».

Una scomparsa quella di Rea che ha profondamente addolorato il mondo culturale cittadino. «Me lo ha presentò proprio Perrella, mi colpi il garbo e la cordialità che aveva nei confronti miei di mio padre Gaetano - racconta l'editore Edgar Colonnese - con lui va via uno delle ultime voci che hanno raccontato la seconda meta del 900. Ci ha insegnato che la classe operaia non esiste più ma esiste l'operaio simbolo di riscatto sociale di un epoca. Era un grande indagatore dotato delle armi del grande narratore». Per lo scrittore Maurizio De Giovanni, «La Dismissione, è il suo testamento morale, ci ha ha raccontato una classe operaia con i suoi valori forti, lì dove non c'è mai stata una società industriale. In Mistero napoletano c'è lo sconfitta di un ideale, quello comunista attraverso una figura simbolo. Era un intellettuale altissimo». L'editrice Maria Liguori dell'Associazione Galassia Gutenberg ricorda «la sua grandezza di intellettuale, il suo sostegno per la sopravvivenza della fiera dell'editoria campana». Il direttore del Teatro Stabile Mercadante Luca de Fusco ricorda Rea al 'Ridottò in compagnia di Raffaele la Capria: «Sono rammaricato per non avergli ancora dedicato un ciclo, come ad altri grandi della scrittura contemporanea, lo faremo nella stagione 2017-18 ». Tanti commenti sulla rete. Su twitter il sindaco Luigi de Magistris lo ha definito «coscienza critica anche per l'operato di questa amministrazione, fornendo sempre spunti interessanti volti a recuperare ed esaltare quel senso di comunità che è rifugio e rilancio della nostra identità».

Per Antonio Bassolino «La Dismissione (sull'Italsider di Bagnoli) e prima ancora Mistero napoletano (Vita e passione di una comunista negli anni della guerra fredda) sono due autentici capolavori che restano nei nostri cuori e nella memoria della città».
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