Andrea Sannino canta a Capodimonte: «È vero, faccio canzonette ma Caravaggio è di tutti»

Andrea Sannino canta a Capodimonte: «È vero, faccio canzonette ma Caravaggio è di tutti»
di Federico Vacalebre
Mercoledì 24 Febbraio 2021, 11:30 - Ultimo agg. 17:19
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E va bene che Amadeus non ha voluto quella canzone a Sanremo, ma addirittura chiamare in causa «il ministro, se non la procura» non sarà esagerato? Occhio, dice Tomaso Montanari, storico dell'arte in trincea nel nome della grande bellezza e della grande kultura: stanno attentando al Caravaggio, al museo di Capodimonte, si infiamma, scandalizzato dal fatto che Andrea Sannino abbia girato il videoclip di «Voglia», il brano bocciato dal Festival ed appena uscito, davanti alla «Flagellazione di Cristo». Il problema, dice al «Corriere del Mezzogiorno» il presidente del comitato tecnico-scientifico delle Belle Arti del Mibac, è che «cultura significa liberazione dai bisogni indotti, liberazione da un orizzonte di puro consumo, invece operazioni come questa, senza alcun nesso con le opere messe in bella vista, rientrano appieno in uno sfruttamento commerciale che non ha nulla di culturale».

Sannino, ma non si pente? Come ha osato? «Un'offesa a Caravaggio», diceva ieri un titolo.
«Mi dispiace, mi pento e mi dolgo.

Ma un po' offeso sono io. Neomelodico a Capodimonte, diceva sempre quel titolo e io non sono un neomelodico, proprio come non sono un rocker, un jazzista, un autista di tram, un giornalista, uno storico dell'arte. Se, usando quel termine attribuito a me si vuol far pensare chissà che cosa... pazienza. Sono passato dai balconi dove gli italiani, non solo i napoletani, cantavano la mia Abbracciame per esorcizzare il lockdown a questa censura contro di me, contro Bellenger».

Già, perché il direttore del museo è persino più colpevole di lei, dovrebbe avere il know how per decidere chi può e chi non può posare davanti al sommo Michelangelo Merisi.
«Il direttore del museo è stato gentilissimo con me, ha capito che volevo presentare dipinto e museo anche a fasce di persone che in un museo non entrano mai, che non conoscono Caravaggio, due cose gravi, certo, ma che esistono. In fondo, Montanari e l'ex sovrintendente Nicola Spinosa, altro mio censore, potrebbero essere contenti se la mia canzoncina, che parla d'amore e non di violenza, riuscisse a funzionare da testimonial per Capodimonte. Ma simili strali sono toccati a Fedez e Chiara Ferragni per la sortita agli Uffizi, a Beyoncé al Louvre».

Lei non sembra davvero pentito, Sannino, torni sulla retta via, abiuri quel videoclip.
«Non so come fare, il Comune di Napoli mi ha dato il patrocinio e, poi, è merito di quel filmato se io sono entrato per la prima volta a Capodimonte».

Mai visitato prima?
«Mai prima dei sopralluoghi. Il direttore Bellenger è stato gentilissimo, in quell'occasione mi sono fatto anche spiegare bene chi era Caravaggio, come le sue opere abbiano cambiato il corso dell'arte. Però non devo aver capito bene una cosa».

Che cosa?
«Caravaggio frequentava le bettole, le prostitute, era un assassino. Montanari e Spinosa, che non vogliono neomelodici a Capodimonte, gli avrebbero permesso di realizzare quel quadro per il complesso di San Domenico maggiore?».

Che fa, Sannino, si paragona a Caravaggio?
«Proprio no, e nemmeno con Montanari, si intende. Sono un ragazzo fortunato, di provincia. Potevo girare l'ennesimo videoclip con una bella guagliona sul lungomare o al centro direzionale. Ho pensato che con i musei vuoti per assenza di turisti, quando non chiusi per dpcm, forse potevo essere utile ad accendere una luce».

Montanari, però, si chiede giustamente «cosa diventano in questo modo i siti culturali? Location per video musicali? E allora perché non uno spogliarello? Chi lo decide? Non può essere affidato tutto all'arbitrio del direttore.
«E a chi deve essere affidato? Io ho chiesto il permesso al direttore perché così si fa. Ma Montanari e Spinosa vogliono una commissione speciale, un gruppo di censori, o tirano la giacchetta al ministro Franceschini? Decidono loro due? Io sono solo un ragazzo di provincia a cui la musica ha regalato una vita diversa da quella a cui sarei stato destinato altrimenti. Però vorrei dire un'ultima cosa». 

Dica.
«Ho una gestione molto attenta dei miei social e io questa polemica non l'ho nemmeno rilevata. Non volevo che qualcuno dei miei fan maltrattasse i censori di Bellenger e miei. Non sarebbe stato giusto. Anzi, ringrazio Montanari e Bellenger, anche se non posso promettere che non andrò più a Capodimonte: senza telecamere si intende, per non offendere loro, altro che Caravaggio. Intanto ringrazio chi ha scritto sui miei social e sul mio canale YouTube dopo aver visto il video, parlando bene di me, dei versi, della voce, della musica, ma, soprattutto, parlando di Caravaggio, di Capodimonte. Devo vergognarmi anche di questo?».

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