Lo scrigno della baia di Ieranto: nei fondali 260 tesori

Lo scrigno della baia di Ieranto: nei fondali 260 tesori
di Massimiliano D'Esposito
Mercoledì 28 Aprile 2021, 10:38 - Ultimo agg. 29 Aprile, 08:42
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Luogo magico e selvaggio, la Baia di Ieranto, che offre un mare e un paesaggio straordinari, tra bellezza, storia e natura. Ma non solo. I fondali sono un autentico scrigno pieno di tesori dove è possibile scoprire un mondo ricco di vita e di colori. Meraviglie nascoste a chi osserva dalla terraferma, ma fondamentali per l'equilibrio dell'ecosistema della Baia che rientra nell'Area marina protetta di Punta Campanella ed è uno dei beni del Fai, il Fondo ambiente italiano, ente che ha ricevuto l'area in dono dall'Italsider nel 1987. Ieranto è anche riconosciuta come Sito di Interesse Comunitario da parte dell'Europa.


LA RISERVA
La salvaguardia dello specchio di mare che bagna questo tratto di costa che si staglia verso Capri è affidata al Parco di Punta Campanella che lo ha classificato in zona «B», vale a dire «a riserva generale», dove è vietata la navigazione a motore, l'ancoraggio e la pesca sportiva.

Imposto anche lo stop alla pesca professionistica nei mesi estivi, da giugno a settembre. Proprio l'Area marina, da anni, effettua il monitoraggio di Ieranto, sia in superficie, impedendo l'accesso alle imbarcazioni a motore e tenendo lontani i datterari che in queste acque hanno fatto danni ingenti, che subacqueo, attraverso la raccolta di dati sulle specie presenti, tanto di quelle endemiche quanto di quelle invasive.


I numeri sono sorprendenti: 260 specie censite, tra quelle stanziali, che sono la maggioranza (circa il 90%); quelle che visitano la zona periodicamente (6%); quelle che si affacciano di tanto in tanto nella Baia, le più spettacolari, come tartarughe, tonni, delfini. Una ricca biodiversità favorita dal cosiddetto fenomeno dell'upwelling, una risalita d'acqua degli strati più profondi che consente lo sviluppo di una rilevante varietà di flora e fauna marina grazie a un continuo apporto, nella parte superficiale, di nutrienti che innescano un ricco ciclo biologico.


PESCI E ALGHE
Il meticoloso lavoro di monitoraggio è stato presentato all'European conference on scientific diving, un consesso internazionale giunto alla sesta edizione. È il risultato di molti anni di attività, da parte del Parco marino, che si avvale della collaborazione dei volontari provenienti da diversi paesi grazie al Project mare.
Immersioni fino ai cinque metri di profondità alla ricerca delle creature marine che popolano la Baia. Ne sono state trovate molte, soprattutto tra le più piccole, grazie anche al contributo della Citizen Science con le segnalazioni di diving e subacquei. Uno studio dal quale emerge che sono due i gruppi tassonomici più rappresentativi, pesci ed alghe, con più di 50 specie ognuno. I molluschi sono presenti con circa 40 specie, tra cui alcune tipologie di Opistobranchi (piccole lumache marine che hanno una conchiglia ridotta o mancante), tutte con dimensioni tra uno e tre centimetri. Tra questi l'Elysia timida e l'Elysia viridis, la Thuridilla hopei, la Tylodina perversa, Cratena peregrina e Felimare tricolor. Anche spugne e madrepore sono ben presenti, soprattutto in anfratti e grotte, che caratterizzano la Baia anche a pochi metri di profondità.


LA CHECK LIST
Nella check list ci sono anche circa 30 specie da attenzionare. Dodici di queste sono endemiche, come l'anemone a disco e la spugna Agelass. Sedici sono protette, come la Petrosia, la madrepora Cladocora caespitosa o il Gattopardo, piccolo squalo che spesso frequenta le praterie di Posidonia che ricoprono ampi tratti di fondale nella Baia. Sei specie sono, invece, invasive: tra cui le due caulerpa, cylindracea e Taxifolia, l'ostrica concava Magallana gigas e il granchio corridore atlantico Percnon gibbesi.


Il monitoraggio della baia di Ieranto è coordinato da Domenico Sgambati, oceanografo dell'Amp Punta Campanella, con il contributo della biologa marina Erica Moura, ex volontaria del Project Mare, e del ricercatore Daniele Grech dell'International Marine Center che ha sede in Sardegna.

«Abbiamo adottato un modello circolare nella Baia: monitorare, conservare, comunicare - sottolinea Lucio Cacace, presidente dell'Amp Punta Campanella -. Ieranto è un gioiello per l'Area marina protetta, per Massa Lubrense ma anche per l'intera Costiera sorrentina. Un luogo dove sperimentare la conservazione dell'ambiente naturale con la fruizione da parte dell'uomo».

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