Una giornata a Napoli pensando insieme alla storia del caffè espresso che ha lanciato la candidatura all'Unesco del caffè italiano; la giornata è nazionale e punta all'ultimo ok per la presentazione della candidatura del dossier «Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli» a patrimonio immateriale dell'umanità dell'Unesco.
Una giornata che ha coinvolto diversi bar della città a cominciare dal Gambrinus, bar simbolo di Piazza Plebiscito, pezzo di storia della città che ha celebrato proprio la storia del caffè a cominciare dalla cuccuma, l'antica macchina del caffè napoletano, poi superata dalla moka e dall'attuale macchina elettrica per casa, ma mai dimenticata in città.
Ma al Gambrinus il caffè si è provato e celebrato, ricordato nella quotidianità dell'averlo e del darlo attraverso il «caffè sospeso», che chi può concede tradizionalmente a Napoli a chi arriva in un bar in un momento difficile e ne ottiene uno gratuito. «Noi da sempre - spiega uno dei proprietari del Gambrinus, Massimiliamo Rosati - sostenuto la candidatura del caffè, siamo partiti dall'espresso napoletano e poi siamo confluiti nel pensiero al caffè italiano.
Da Napoli a Venezia spingendo il caffè in tazzina conosciuto e amato dai milioni di turisti che arrivano in Italia e passano alla tazzina dopo una vita davanti a grandi tazze di caffè allungato. Il pensiero a entrare nei prodotti celebrati dall'Unesco si è sposato oggi anche per la corsa verso l'Oscar con un caffè al Gambrinus che i celebranti hanno dedicato a Paolo Sorrentino e alla sua corsa per il premio con «È stata la mano di Dio». Una mano a bere e celebrare il caffè in tutta la città, da «La Caffettiera» in Piazza dei Martiri a al bistrot «Lazzarelle» nella Galleria Principe, fino al teatro Trianon dove è stata presentata al pubblico stamattina la candidatura del caffé e all'Accademia di Cucina Mediterranea a viale Kennedy per lo show cooking dedicato al caffé.