Campi Flegrei, nuova scoperta archeologica: ritrovato muro di epoca romana sul lago Miseno

Fondo Cinque Lenze
Fondo Cinque Lenze
di Patrizia Capuano
Domenica 27 Marzo 2022, 12:21
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Una struttura muraria di epoca romana, riconducibile ad un impianto termale, è stata rinvenuta sul lago Miseno durante lavori di manutenzione a cura del Comune e del Centro Ittico Campano spa. Un ritrovamento che assume rilievo, in quanto sarrebbe il primo di tipo archeologico nel Fondo delle Cinque Lenze,  tra il bacino lacustre e la litoranea.

L’assessore alla Cultura, Mariano Scotto Di Vetta, spiega: «Questa scoperta è molto importante, perché nell’area tra il lago Miseno e Miliscola non ci sono ulteriori elementi concernenti l’identificazione e l’utilizzo di tali spazi in età romana - afferma - Cinque Lenze si rivela importante non solo per le caratteristiche ambientali, ma oggi anche per quelle archeologiche».

Il muro in tufo è stato riportato alla luce nella fascia circumlacuale. «L’area è definita di riserva generale e di protezione - aggiunge l’assessore Scotto Di Vetta - Un tempo utilizzata per fini militari, è passata poi al Centro Ittico Campano.

Negli ultimi anni è iniziato un percorso di riqualificazione per rendere questi spazi fruibili ai cittadini».

 

Il progetto - condiviso da Comune di Bacoli, Cic spa e Ente Parco regionale dei Campi Flegrei - ha previsto nel Fondo Cinque Lenze anche la realizzazione di un’area freedog. E proprio a pochi metri è emersa parte di un antico muro romano, in una zona Sic (sito di interesse comunitario). «L'amministrazione con il sindaco Josi Gerardo Della Ragione ha immediatamente proceduto ad un sopralluogo per appurarne la natura. Costituita da muratura in tufelli, si sviluppa una struttura in opus caementicium a scaglie di tufo di media grandezza, parte del piano di copertura dell'ambiente presumibilmente voltato».

Nel tratto in caementicium, tecnica edilizia utilizzata dai Romani, «vi sono quattro file di tubuli, collocati in maniera radiale, dove passava l’aria calda per il riscaldamento - conclude l’assessore Scotto Di Vetta - E da tale disposizione si ipotizza che la copertura fosse a catino o cupola e non a botte. La posizione della muratura, che appare in crollo, e la tipologia di tecnica fanno pensare ad un ambiente riscaldato, forse un impianto termale». Non si esclude peraltro che il tratto in tufo possa essere riconducibile ad un varco di comunicazione collegato dai Romani al porto di Misenum, dove  c’era la flotta augustea Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex.

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