Elezioni Napoli, candidati fantasma:
nei guai consigliere comunale Pd
Madonna indagato, Valente dai pm

Elezioni Napoli, candidati fantasma: nei guai consigliere comunale Pd Madonna indagato, Valente dai pm
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 8 Febbraio 2017, 13:25 - Ultimo agg. 16:40
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Non ha fatto tutto da solo. No, di questo ne sono convinti tutti: non ha firmato nove volte il falso, senza rispondere a precisi input calati dall'alto, a direttive imposte da parte dei suoi referenti organizzativi. Un ruolo chiave, quello del consigliere comunale indagato nella listopoli napoletana, nell'inchiesta sui nove candidati a loro insaputa nelle ultime elezioni comunali. C'è un iscritto nel registro degli indagati, come abbondantemente scritto in questi giorni dai resoconti giornalistici, e non dovrebbe essere l'unico secondo la traiettoria assunta delle indagini.

Si chiama Salvatore Madonna, consigliere comunale in carica del Pd, risponde di violazione delle norme elettorali. Brogli, per dirla tutta: il suo nome era stato fatto nell'edizione del Mattino di mercoledì scorso, assieme a quelli di altri due consiglieri autenticatori: vale a dire Antonio Borriello (le cui pratiche sono risultate impeccabili nel corso di un primo screening della Finanza); e quello di Enzo Varriale, che non risulta aver gestito alcuna delle nove candidature posticce. Fatto sta che ieri sera è arrivata la svolta, con l'accelerata della Procura che ha spedito un avviso di garanzia a carico di Madonna. Chi gli è stato vicino nel corso della giornata di ieri può ricordare le parole del consigliere Pd, a proposito di quel pomeriggio (era il sei maggio scorso) trascorso a compilare liste: «C'era una tale confusione...», ha spiegato. Ora dovrà attrezzarsi per sostenere un procedimento penale in cui risulta come primo iscritto.

Nelle prossime ore, anche altre persone potrebbero essere inserite nel fascicolo come presunti registi della trama che ha consentito di gonfiare la lista «Napoli Vale, Valeria Valente sindaco». Ma andiamo con ordine a raccontare una storia che ogni giorno si arricchisce di particolari. Al vaglio della Procura, il racconto offerto dagli ultimi due candidati fantasma, che hanno scoperto solo grazie alle indagini in corso di essere stati inserito lo scorso maggio nella lista della Valente. Si chiamano Enrica Silvestri, classe 1949, residente in una zona nobile di Napoli; e Raffaele Capasso, classe 1949, residente a pochi passi da via Santa Lucia. Entrambi sono stati ascoltati due giorni fa e hanno messo a verbale il proprio malessere per la condizione in cui si sono trovati: da un lato la notifica della Corte di appello, che chiedeva un rendiconto delle spese in campagna elettorale (di cui erano all'oscuro), dall'altro l'esigenza di chiarezza. E di trasparenza. Ma c'è di più. Se la firma di Capasso era stata falsificata dall'ufficiale notificatore, quella della donna era invece saltata: non c'era, dimenticata, probabilmente nella fretta di chiudere i conti di una lista gonfiata. Inchiesta coordinata dal pm Stefania Buda, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione dell'aggiunto Alfonso D'Avino, oggi l'indagine entra decisamente nel vivo: sarà infatti ascoltata in Procura Valeria Valente, la leader politica cui facevano capo le dodici liste messe in campo per battere De Magistris. Ma non è tutto. In queste ore, la Procura potrebbe anche decidere quali strategie adottare nei confronti dell'indagato o se ampliare lo spettro dei soggetti coinvolti. Al lavoro da giorni ci sono gli uomini della sezione della Guardia di Finanza agli ordini del colonnello Luigi Del Vecchio, che stanno passando al setaccio le liste che sostenevano la Valente.

C'è un'ipotesi di fondo: Madonna ha inserito nomi di candidati fantasma su indicazioni di soggetti che fanno parte dello staff politico della Valente, della sua macchina organizzativa. Ed è questo il secondo livello dell'inchiesta: chi gli ha dato quei nomi e in base a quale esigenza, sulla scorta di quale movente. Possibile che attorno alla costruzione della lista Napoli Vale (nove candidati fantasma su quaranta) si sia mossa una rete di soggetti. C'è chi ha raccolto i nomi, stando ben attento a selezionare profili individuali di insospettabili, che mai avrebbero potuto creare problemi; poi c'è chi ha reperito, tramite i canali interni a Palazzo San Giacomo, generalità e fotocopie di documenti. Una squadra, un team, un gruppo di lavoro che aveva un solo obiettivo: consegnare alla città e alle urne quei quaranta nomi a sostegno della Valente, offrire un volto presentabile nella sfida al sindaco De Magistris. Ma qual è il movente di questa trama? Cosa ha spinto più mani a fabbricare profili in vitro di soggetti mai scesi realmente nell'agone elettorale? Due piste battute in questi giorni dalla Procura: da un lato, gli interessi politici, che imponevano allo staff della Valente di presentare liste complete, senza falle imbarazzanti; dall'altro il movente economico, a voler leggere bene nelle pieghe del bilancio presentato per Napoli vale, che attesta un tot di 26mila euro. Due piste che saranno oggetto dell'audizione della Valente, ma anche degli altri soggetti coinvolti in questa storia.

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