Un nuovo racconto di un luogo già celebre. Con il desiderio, dopo due anni di chiusure dei siti culturali, di riprendere una vita bruscamente interrotta dalla pandemia, «perché la normalità è molto più bella di quanto si pensi» dice Alessandra Masucci, presidente e da agosto scorso anche direttrice del museo Cappella Sansevero, dopo le dimissioni del fratello Fabrizio. «Da tempo abbiamo coniato lo slogan C'è molto altro da svelare perché volevamo che il nostro sito fosse conosciuto anche al di là del meraviglioso Cristo velato, la nostra star. Adesso riprendiamo a raccontare la cappella in tutte le sue bellezze». L'obiettivo è invitare i visitatori, che sono tornati al ritmo di migliaia al giorno, ad ammirare non solo l'opera di Giuseppe Sanmartino ma il complesso dell'impianto voluto dal principe di Sansevero e il resto del patrimonio. E oltre questo c'è da far conoscere il potenziamento dell'offerta al pubblico: accessibilità, capienza, servizi digitali.
La campagna di promozione del museo per la primavera 2022, spiega la Masucci, punta dunque su ciò che è meno noto: «Abbiamo detto che c'era molto altro da svelare, iniziamo a farlo. Perché chi ci fa visita potrà restare senza fiato anche di fronte alla Pudicizia di Antonio Corradini e Il disinganno di Francesco Queirolo, che completano il trio delle meraviglie della cappella». Uno degli altri scopi della nuova narrazione è diffondere il disegno artistico e l'iconografia dell'edificio progettato da Raimondo di Sangro sottraendolo al favolistico, dato «che nelle sue architetture riflette una volontà di scientificità e insieme di spettacolarizzazione molto moderna, delineando quasi un modello di proposta culturale». L'esempio maggiore è la sezione delle macchine anatomiche che, insieme alle sculture citate, fanno capolino nel logo disegnato da Giovanna Grauso dove dietro ogni lettera c'è un'immagine dei beni simbolo dell'ente museale.
I flussi turistici sono uno dei grandi nodi di quello che si conferma uno dei tre musei privati più frequentati d'Italia e che, solo nei primi 4 mesi del 2022, ha fatto già registrare 180mila ingressi con la media di 2000 persone al giorno, come prima del Covid: «Abbiamo ricevuto una grande lezione dalla pandemia, con gli accessi contingentati.
Novità anche sul fronte dell'inclusione: «Da tempo stiamo studiando dei percorsi per il pubblico con esigenze speciali. In passato ci siamo occupati di chi ha disabilità legate alla sordità e all'autismo con progetti ancora in corso, in quest'ultimo periodo la nostra attenzione si è focalizzata sui non vedenti», dice la direttrice. Si chiama «Descrivedendo Sansevero» l'iniziativa realizzata in collaborazione con l'associazione Subvedenti di Milano che prevede delle descrizioni degli ambienti di visita calibrate sulle esigenze di chi non vede, caricati sull'audioguida che è a disposizione di tutto il pubblico. Da settembre questo genere di offerta sarà arricchito da un altro progetto rivolto a soggetti con disabilità cognitiva sostenuto dalla casa editrice De Agostini.
«Mi occupo di Cappella Sansevero da quando non ero ancora laureata e ora sono molto felice di dirigerla», conclude la Masucci. «Il periodo della pandemia ci ha fatto ricordare l'importanza dell'ordinario, dovendo in qualche modo ripartire da zero. È stato fondamentale ritrovare la normalità, adesso continueremo a progettare in grande. Dall'autunno il museo tornerà ad ospitare mostre esterne, riteniamo che sia un luogo ideale per accogliere altre espressioni artistiche e scientifiche».