Cappella Sansevero, tornano i turisti a Napoli: «L'arte più forte del Covid»

Cappella Sansevero, tornano i turisti a Napoli: «L'arte più forte del Covid»
di Maria Pirro
Venerdì 7 Maggio 2021, 11:11 - Ultimo agg. 8 Maggio, 10:05
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Il giro d'Italia intorno al Cristo Velato. È qui, nella Cappella Sansevero al primo giorno di riapertura, che fanno tappa coppie, giovani e famiglie, amiche, lavoratori in trasferta e in pausa per qualche ora. Fidanzati lontani per mesi, a causa della pandemia, si ritrovano davanti alla straordinari scultura. Quasi tutti i visitatori, 324 in totale, sono turisti. Il 35 per cento under 25. Alle 11 provengono da 10 città della penisola, soprattutto del centro-nord. Come Simone Tassone, 25 anni, direttore di un supermercato, e Monica Giobergia, 24, ostetrica. Di Torino. «Siamo arrivati lunedì e siamo già stati a Pompei, sul Vesuvio, al Castel dell'Ovo e al Duomo», spiegano con entusiasmo. «Pernottiamo all'Excelsior e andiamo via tra 24 ore. Una vacanza breve, ma necessaria». Bella, bellissima. «Solo che, dopo più un anno solo casa e lavoro, non siamo più abituati al traffico. Figurarsi ai motorini che, nel centro storico e un po' ovunque, sfrecciano anche sulle strisce pedonali», sorridono complici, guardandosi negli occhi. Ad accoglierli, all'ingresso, Giovanna Miranda, responsabile del personale e dell'organizzazione interna del museo, che ricorda le norme anti-contagio. 

Non più di 45 persone per volta sono ammesse; per i gruppi numerosi la prenotazione online è obbligatoria, ma anche per gli altri resta consigliata. «È semplice registrarsi sulla piattaforma», garantisce Roberto Tibuni, 47enne di Riccione, magazziniere di un'azienda oleodinamica. «Che non si è mai fermata durante la pandemia», racconta. I venti dipendenti del museo tornano invece in servizio dopo sei mesi e quattro giorni di cassa integrazione. «Io li ho trascorsi mangiando, anche se mia moglie cucina male», dice con ironia ed emozione Sergio Cocciardo, 44 anni, e protetto dal vetro della biglietteria, ricorda che l'audioguida è in promozione, dando il benvenuto ad altri due innamorati. Si tratta di Ciro Savastano e Immacolata de Rosa, insieme da tre anni e tra i pochi napoletani e campani avvisati in fila. Con Tiziana e Valeria Di Silvestro, le sorelle casertane in gita fuori porta con le figlie di 7 e 14 anni. Subito dopo c'è Jacopo Al Carrino, originario proprio di Sansevero: «Festeggio così i 30 anni». Ambra Giorgi è una infermiera 27enne di Ascoli Piceno, in ferie. «Il mio compagno è di Salerno, ma vuole mostrarmi anche Napoli, dove ha studiato». Simona Sportiello, 22 anni, e Paolo Verolini, 30, raccontano del viaggio in auto da Civitanova Marche, possibile, nel loro caso, proprio per effetto della crisi: lei fa la cameriera («Tanti ristoranti restano chiusi»), lui il calzolaio («E in fabbrica non c'è ancora così tanta richiesta»). «Io sono partita con mia zia da Viareggio. In Treno», interviene Sara Carloni, ingegnere gestionale, che non teme il virus. «Basta igienizzare le mani, non togliere mai la mascherina e fare attenzione alle misure di sicurezza», spiega. Così la bellezza è più forte del Covid. Annuisce Bianca Di Giorgio, studentessa di storia dell'arte: «La volta precedente non riuscii a vedere la statua di Giuseppe Sanmartino perché c'era troppa fila». La 23enne è palermitana, ma studia a Pavia e il fidanzato, tenente dell'esercito si trova in città. «Non lo vedevo da Pasqua», sospira. Poi entrano quattro ragazze di Brescia, tutte iscritte all'Università. «Ci siamo concesse una pausa prima degli esami dopo un periodo pesante per la quarantena e le malattie che hanno colpito familiari e amici», dicono Serena Sandrini, Chiara Franceschini, Marta Bertazzoni e Francesca Bonassi. Hanno 20 anni, ma seguono percorsi accademici diversi, che spaziano dalla biotecnologia all'architettura. Senza trascurare una certa attenzione per l'economia, anche domestica. La loro «fuga» è infatti low-cost. «Abbiamo pagato 50 euro il volo, di andata e ritorno, zaino in spalla, e 100 euro in totale appartamento per due notti, 25 euro ciascuna, ai Gradoni di Chiaia». Un affare. «Un segnale di ripresa importante», fa notare Maria Alessandra Masucci, consigliere di amministrazione, che annuncia eventi e iniziative già nei prossimi giorni per i 250 anni dalla morte del principe di Sansevero, Raimondo di Sangro. «E altre attività sono fissate per giugno», anticipa, ma lasciando un'ombra di mistero e quindi intatto il fascino del luogo, al momento aperto dal giovedì alla domenica ( 9-19, ultimo ingresso alle 18.30). 

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