«Caravaggio Napoli», al via la mostra a Capodimonte con sei capolavori del Merisi

«Caravaggio Napoli», al via la mostra a Capodimonte con sei capolavori del Merisi
di Marco Perillo
Giovedì 11 Aprile 2019, 18:46 - Ultimo agg. 12 Aprile, 08:28
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Un rapporto profondo, quasi simbiotico quello tra Michelangelo Merisi da Caravaggio e la città di Napoli. Il pittore lombardo giunse per la prima volta nel brulicante capoluogo vicereale nel 1606, in fuga da Roma dopo l'uccisione di Ranuccio Tomassoni, al termine di una disputa. Diciotto mesi intensi il grande pittore visse all'ombra del Vesuvio; in mezzo una parentesi maltese prima del ritorno nel 1609 per circa un anno - durante il quale scampò a un misterioso agguato tesogli alla taverna del Cerriglio - fino alla morte avvenuta a Porto Ercole nel viaggio di ritorno verso Roma nel luglio del 1610. Caravaggio tra i chiaroscuri partenopei, immerso in un popolo più popolo di altrove, trovò riscatto e linfa vitale, producendo diversi capolavori assoluti, il più noto dei quali è certamente «Sette opere di misericordia». Ma non meno affascinanti e importanti sono gli altri, alcuni dei quali saranno esposti nella mostra «Caravaggio Napoli» che il Museo e Real Bosco di Capodimonte ospita dal 12 aprile al 14 luglio per documentare il lavoro svolto dall'artista nel periodo che l'immenso genio trascorse nella città partenopea. Nel percorso 6 opere - provenienti da istituzioni italiane e internazionali - realizzate a Napoli da Caravaggio sono messe in relazione con 22 quadri di artisti napoletani influenzati dal maestro.
 


Il primo potente dialogo è tra «La Flagellazione», conservata a Capodimonte, che Caravaggio realizzò per la chiesa partenopea di San Domenico e la «Flagellazione» del Musée des Beaux-Arts di Rouen, assente da Napoli da 35 anni e in arrivo dopo un restauro. Il raffronto si arricchisce dell'esposizione di una copia del dipinto di Rouen assieme ad alcuni quadri strettamente ispirati ad esse, quali la «Flagellazione», restaurato per l'occasione, attribuito a Fabrizio Santafede di Palazzo Abatellis; il Cristo alla colonna di Battistello Caracciolo (Capodimonte) e quello di Jusepe de Ribera (Complesso Monumentale dei Girolamini). Esposte inoltre a confronto con la Salomè di Caravaggio custodita a Londra (National Gallery) e quella di Madrid (Palacio Real), alcune grandi interpretazioni di Battistello Caracciolo (Museo de Bellas Artes, Siviglia) e di Massimo Stanzione per la prima volta a Napoli. Relativamente all'influsso di Caravaggio sull'arte europea, il percorso propone opere mai esposte in Italia di Louis Finson, quali il Martirio di San Sebastiano. Conosciuto come l'autore delle copie della Maddalena in estasi, anch'esse presenti in mostra, Finson fu tra i primi amici e copisti di Caravaggio a Napoli. Accanto ecco le tele di Battistello (Crocifissione), Stanzione (Martirio di Sant'Agata) e Hendrik De Somer (San Sebastiano) della collezione di Capodimonte, che indubbiamente ebbero come modello comune «La Crocifissione di Sant'Andrea» di Caravaggio oggi a Cleveland. La mostra costituisce l'occasione per ripercorrere l'attività dei più dotati caravaggeschi attivi a Napoli, quali Tanzio da Varallo con il «San Giovanni Battista» ispirato al San Giovanni Battista della collezione Borghese, di Caravaggio, a cui viene affiancato. Chiude il percorso, l'ultimo dipinto realizzato dal Merisi in città, il «Martirio di Sant'Orsola», oggi a Napoli nelle Gallerie d'Italia a Palazzo Zevallos Stigliano, affiancato da una interpretazione di Giovanni Bernardino Azzolino, autore di numerose repliche della tela caravaggesca di cui si espone a Capodimonte una delle più naturalistiche dalla Pinacoteca Nazionale di Siena.
 
 

Il progetto comprende la ricostruzione di un percorso attraverso la città, dei luoghi che l'artista frequentò. Tra questi il Pio Monte della Misericordia dove si trova «Sette opere di Misericordia», realizzato per la cappella del complesso religioso nel 1607. E proprio il dibattito, condito da polemiche, sul mancato trasferimento del capolavoro è stato al centro della conferenza stampa di presentazione della mostra. «Una bellissima esperienza antropologica: ho imparato che in Italia l'arte è l'anima, e quando si tocca l'anima è sempre difficile». Così si è espresso il direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger. Nessuna amarezza per il mancato trasferimento della pala: «Mi aspettavo di trovare difficoltà», ha confessato Bellenger. A Capodimonte saranno comunque ospitate opere di Caravaggio provenienti, ha spiegato il direttore del Museo, «dal mondo intero: dall'Inghilterra, una pittura arriva dal palazzo reale di Madrid dove non è visibile perché si trova nell'appartamento della famiglia reale spagnola». La mostra, ha aggiunto Bellenger, «è organizzata in un modo molto drammatico, quasi nel buio con l'illuminazione solo sui quadri. È una esperienza quasi caravaggesca, le sale sono organizzate sui temi dipinti da Caravaggio e che hanno influenzato la scuola napoletana».

«Siamo un Paese strano, che magari scatena una crociata quando si tratta di spostare un Caravaggio dal Pio Monte della Misericordia a Capodimonte dopo aver dato la piena disponibilità a devastare la Mostra d'Oltremare collocando tremila container per le Universiadi» ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha partecipato alla conferenza.
Nel corso della conferenza stampa De Luca ha anche ricordato il progetto di un «archivio digitale di tutte le arti a Napoli, facendo un investimento di 20 milioni di euro per catalogare e digitalizzare tutto, dagli archivi alle opere d'arte, alle opere scultoree, i lasciti di Benedetto Croce e di Galasso, le grandi biblioteche, il teatro e la musica. Vorremmo lasciare alle generazioni che verranno un patrimonio visibile e democraticamente straordinario, trasmettere alle generazioni future il senso di questo patrimonio».


«Abbiamo intrapreso la strada giusta, quella della cultura, che è anche la migliore arma di riscatto per rispondere a quei vili criminali che hanno sparato davanti a una scuola. I camorristi non passeranno perché la città ha scelto la via della cultura, della bellezza, dell'umanità. Per loro qui non c'è più spazio» ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Il sindaco, a margine di un convegno di Confcommercio Campania, ha evidenziato che «Napoli viene scelta per la cultura con grandi mostre, per lo sport con le Universiadi, per venti piccoli e grandi. Nella nostra città si vuole investire perché si percepisce che sta accadendo qualcosa di importante i numeri ci danno ragione. C'è ancora tanto da fare ma la strada è quella giusta».


«La mostra sul periodo napoletano di Caravaggio conferma che Napoli è la città con la migliore offerta commerciale» ha chiosato l'assessore comunale al Turismo Nino Daniele. «C'è un'effervescenza - ha proseguito Daniele - riscontrabile in ogni campo dell'espressione artistica. Questa mostra in particolare accresce la conoscenza del rapporto tra Caravaggio e Napoli. Un rapporto in cui si vede un sogno di libertà da riaccendere in tempi così oscuri».

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