Comicon, la carica della generazione cosplayer: «Noi eroi per un giorno»

Comicon, la carica della generazione cosplayer: «Noi eroi per un giorno»
di Diego Del Pozzo
Domenica 29 Aprile 2018, 08:30 - Ultimo agg. 14:10
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Lo cantava David Bowie nel 1977: «We can be heroes, just for one day», cioè «Possiamo essere eroi, solo per un giorno». Ed è proprio questo lo spirito che guida la gioiosa carica dei cosplayers, che già da qualche anno costituiscono, ormai, la parte più numerosa della folla eterogenea di ragazze e ragazzi che per quattro giorni prende d'assalto la Mostra d'Oltremare in occasione di Napoli Comicon, il salone internazionale del fumetto in programma fino a martedì ed apertosi ieri in una marea di folla colorata.
 


Maschere, costumi, mantelli, spade, armi giocattolo, suppellettili di vario tipo, spesso realizzate a mano dagli appassionati e tutte ispirate a quelle utilizzate dai propri eroi preferiti, per incarnarne i valori positivi, almeno per un giorno, o magari per quattro. Basta passeggiare per qualche ora nel parco o nei padiglioni della Mostra d'Oltremare, circondati da migliaia di volti colorati ed entusiasti, per imbattersi in decine di Lara Croft, Nathan Drake, Kratos e tanti altri protagonisti dell'universo videoludico; oppure in supereroi immortali come Batman, Spider-Man, Wolverine, Hulk, Thor, Capitan America, ma anche Catwoman sexy ed Elektra scosciatissime; o, ancora, eroi di manga e anime amatissimi come Dragonball, Ken il guerriero, Death Note, One Piece, Naruto, Lamù. Per quella che ben presto diventa una vera e propria immersione in un autentico universo parallelo.
 
Sono tanti coloro che, pur di trasformarsi nei loro eroi durante il Comicon, hanno scelto di comprare i biglietti singoli a prezzo pieno per ognuno dei quattro giorni, dopo che gli abbonamenti per l'intera kermesse (a prezzi ridotti) erano andati esauriti in poco più d'un mese: 150.000 il record di presenze prefisso per questa edizione. E se si prova a chiedere a qualcuno di loro perché sia tanto importante esserci ogni giorno, si viene guardati quasi come se si provenisse da un altro pianeta. Il Comicon, racconta Marina, studentessa universitaria ventenne, vestita come Lamù, «è uno tra i pochi momenti di aggregazione ancora puro e incontaminato, che ci permette di dar sfogo alle nostre passioni senza essere giudicati. Tra l'altro, un luogo chiuso come la Mostra d'Oltremare permette di farlo anche con una certa sicurezza. Per questo, dopo un anno di attesa, tutti noi vogliamo viverlo dal primo all'ultimo momento». C'è anche chi sceglie di esserci per amore: è il caso di Emanuele, 22 anni, studente di Discipline della musica e dello spettacolo alla Federico II, in sgargiante costume di Thor con tanto di martello realizzato artigianalmente con perizia, pronto a rivelare che «la scelta di partecipare ogni giorno, anche pagando quattro biglietti singoli, l'ho fatta perché la mia ragazza è una cosplayer appassionata: in questi giorni è vestita come la Vedova Nera degli Avengers, e io ho voluto esserle vicino». Giada, 16 anni, terzo anno di liceo scientifico, in abiti da Lara Croft, punta sulla voglia di essere protagonisti: «Mi piace che gli altri si fermino a osservare il mio costume e chiedano di farsi fotografare assieme a me. Mi fa sentire importante».

Ci sono anche casi particolari, come quello dell'ultraquarantenne Rosario Gallone, uno tra i soci della scuola di cinema Pigrecoemme, appassionato di cultura pop e sempre presente al Comicon: «Da tre anni», racconta, «vengo alla manifestazione assieme a mia figlia Alice, undicenne, e ci travestiamo con costumi abbinati tra di loro: l'anno scorso, abbiamo ottenuto un certo successo come Darth Vader e principessa Leia di Star Wars, un padre e una figlia, mentre quest'anno abbiamo optato per l'universo di Scooby Doo e così io sono Shaggy e mia figlia Velma. Ci divertiamo molto ed è anche un modo per avvicinarci e per trasmettere a lei le mie passioni».

La novità più rilevante per i cosplayers quest'anno è la presenza dell'Arena Flegrea, che per la prima volta viene utilizzata dal Comicon e che, per quattro giorni, fa da sede dell'Asian Village, la sezione tradizionalmente più colorata, rumorosa e «invasiva» del salone e, ovviamente, quella a maggior tasso di cosplayers, spesso ispirati proprio a personaggi di origini nipponiche.
La prova del nove sarà la giornata odierna, la più affollata, già completamente «sold out» in prevendita, ma la sensazione fin dal primo giorno è che lo spostamento dell'Asian Village dal lato dell'Arena Flegrea abbia accontentato un po' tutti, decongestionando parzialmente i padiglioni dedicati all'area mercato, alle mostre e agli incontri con gli autori e, al tempo stesso, offrendo una sorta di coloratissima «casa comune» agli eroi in costume «just for one day».

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