Il Covid-19 come il colera nel 1893: la pandemia ferma la festa dei Gigli di Nola

Il Covid-19 come il colera nel 1893: la pandemia ferma la festa dei Gigli di Nola
di Carmen Fusco
Venerdì 24 Aprile 2020, 08:01
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Tempi duri per le grandi feste popolari. La festa dei Ceri di Gubbio in programma a maggio è stata annullata. E slitta pure il Palio di Siena: invece che a luglio se ne potrebbe parlare dopo qualche mese, ma chissà. Seriamente a rischio, secondo il sindaco di Viterbo, anche il trasporto settembrino della Macchina di Santa Rosa. E i Gigli di Nola che da secoli ballano a giugno? Una decisione ufficiale ancora non c'è, ma non ci sono nemmeno le condizioni per poter immaginare che l'evento dedicato a San Paolino e al quale partecipano 100mila persone potrà essere celebrato.

Con la pandemia che tiene in pugno in mondo e con le vittime mietute dal Covid-19 appare improbabile che si possa aprire qualche spiraglio. Nemmeno dal Dpcm in arrivo per l'attesa Fase 2, che potrebbe allentare un po' la presa delle restrizioni imposte per contenere la diffusione del virus, si aspettano schiarite. A meno di un miracolo di San Paolino, che dovrebbe però portare all'estinzione del coronavirus, non ci sono speranze. Tant'è che in questi giorni girano anche vignette umoristiche che ritraggono il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca con il lanciafiamme davanti alle macchine da festa tutelate dall'Unesco.

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Una parola decisiva potrebbe arrivare tra qualche settimana, a conclusione di quella che il presidente della Fondazione Festa dei Gigli Nicola Argenziano indica come «momento di confronto con l'amministrazione comunale e con tutti gli attori della kermesse, dai maestri di festa alle associazioni». Un momento di riflessione che probabilmente servirà più a prendere atto della situazione che a sfogliare la margherita. D'altra parte se perfino sulle spiagge e nei ristoranti si dovranno rispettare le distanze appare inimmaginabile che si possa consentire una kermesse dove le persone più che stare vicine stanno incollate l'una all'altra, a cominciare dalle paranze composte ognuna dai 120 cullatori che fanno ballare i gigli, tutti stretti sotto le «barre» inzuppate di sudore. 
 


E a non fare mistero di quanto sarà sicuramente comunicato tra qualche settimana è anche il sindaco di Nola, Gaetano Minieri. «Si tratta di una decisione cui si approderà dopo il confronto con la Fondazione, con la città, ma non credo proprio ci siano le condizioni per poterla fare», ammette. E così l'edizione 2020 della festa dedicata a San Paolino allungherà l'elenco dei precedenti in cui i gigli non hanno ballato. «Gli annali di Leonardo Avella - dice Nicola Argenziano - raccontano delle volte in cui a giugno le strade sono rimaste vuote. La prima traccia di una sospensione risale al 1893 quando i gigli furono fermati dal colera. Una epidemia mortale anche allora e lo stesso accadde nel 1911. Festa cancellata anche durante la prima e la seconda guerra mondiale. Nel 1944 fu costruito un solo giglio mentre non si ha traccia di quello che accadde nel 1904. Non c'è scritto da nessuna parte che la festa non sia stata celebrata, ma non vi è nemmeno una foto o uno scritto che confermi il contrario». Nel 1911 fu stanziata la somma di 800 lire a titolo di risarcimento per i maestri di festa che avevano anticipato soldi senza che la festa si potesse celebrare e furono confermati nel ruolo anche per l'anno successivo. Chissà che non diventi uno spunto per il futuro. 

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