Cuma delle meraviglie, rinvenuti i resti
di una chiesa medievale sull’acropoli

Cuma delle "Meraviglie": Rinvenuti i resti di una chiesa medievale sull’acropoli.
Cuma delle "Meraviglie": Rinvenuti i resti di una chiesa medievale sull’acropoli.
di Antonio Cangiano
Martedì 2 Agosto 2022, 14:55 - Ultimo agg. 14:59
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È giunta a conclusione la campagna di scavo nella città di Cuma portata avanti dal prof. Carlo Rescigno con la collaborazione dei suoi studenti e tutto il team di ricerca del Laboratorio Capys.

Attività che è stata premiata con magnifiche scoperte che gettano nuova luce sulla storia del sito archeologico flegreo. Rinvenute preziose testimonianze che arricchiranno non solo il patrimonio archeologico e storico ma anche quello religioso dei Campi Flegrei.

Carlo Rescigno è professore ordinario di Archeologia Classica all'università della Campania “Luigi Vanvitelli” e coordinatore del corso di dottorato in Archeologia e Culture del Mediterraneo Antico alla Scuola Superiore Meridionale.

Conduce scavi e ricerche a Cuma, Stabiae e a Neapolis. Autore di numerose pubblicazioni e monografie.

 

Il prof. Rescigno con i suoi collaboratori è alla ottava edizione di “Cuma – scavo aperto” che ha focalizzato l’attività di scavo alle pendici della terrazza superiore, una zona mai profondamente esplorata, come afferma il direttore del Parco archeologico, il dott. Fabio Pagano, nominato alla guida del Parco nel 2019 e riconfermato dal Ministero per un ulteriore mandato quadriennale. Il direttore Pagano puntualizza che si tratta di uno scavo che sta portando alla luce una serie di strati della Cuma bizantina. Questa campagna di scavo, come precisa il dott. Rescigno, si è posta in continuità con un intervento avvenuto prima del Covid, nel 2019. Al tempo fu identificata una struttura absidata che fece pensare al ritrovamento di una chiesa. In effetti l’intuizione, con questa campagna, si è rivelata essere giusta. Il team ha ritrovato una nuova chiesa a Cuma che si sviluppa con un abside, un presbiterio isolato e sopraelevato e la grande navata. Purtroppo questo edificio fu dimenticato, è «simbolo di come le strutture dell’antico muiono».

L’abbandono fu improvviso, afferma Rescigno e in questo caso all’oblio, deve essersi aggiunto un terremoto. Un evento tellurico che probabilmente provocò il crollo delle strutture più significanti. Gli archeologi hanno notato che il primo elemento trovato a contatto con il pavimento è il tetto, poi lo sgretolarsi delle pareti e intonaci e, infine, una colonna crollata con il suo capitello ionico in marmo d'età imperiale, poi riutilizzato, adagiata sulle macerie. Un ritrovamento di enorme importanza, dunque, che aggiunge dettagli alla fase tardo antica e altomedievale della rocca cumana. Questo ritrovamento è la prova che la città di Cuma, dopo i greci e i fasti del periodo romano, continuò a esistere e a svolgere un ruolo importante. La città seppe ridefinirsi, quindi, quella che un tempo era la Via Sacra si tramutò in “Strada sacra” degli edifici ecclesiastici. Occorre ricordare che Cuma fu diocesi e la presenza cristiana in città è molto antica. Testimonianza di ciò è la citazione di Cuma nell’opera del II secolo intitolata il Pastore di Erma. Tanta la felicità e soddisfazione del prof. Rescigno e della sua squadra ma anche del Parco.

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Il direttore Pagano non nasconde la sua gratitudine nei confronti delle università che stanno collaborando con il Parco archeologico dei Campi Flegrei, afferma infatti che queste relazioni sono importantissime perché permettono una maggiore conoscenza del patrimonio a loro affidato in gestione e la possibilità di riversare il tutto ai visitatori. Il Parco ha già ideato l’utilizzazione di pannelli esplicativi per organizzare la divulgazione di queste ultime scoperte. I turisti potranno, dunque, leggere le informazioni sullo stile di quanto già fatto per la mostra “Terra”, precisa il direttore Fabio Pagano.

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