E invece quasi certamente è proprio qui, a due passi dal cortile arcivescovile, tra gli «avanzi» monumentali paleocristiani, al di sotto di resti di edifici che risalgono all’età romana: «Non possiamo ancora dirlo con certezza, ma - prosegue l’architetto - per quanto mi riguarda l’ipotesi è molto concreta. Sul lato esterno spuntano anche una serie di nicchie tipiche dei luoghi di abluzione, così come lo scalino posizionato all’interno della vasca». Dal quadriportico al battistero, dunque, lavori in corso nell’ambito di un nuovo progetto di recupero e valorizzazione dell’arcidiocesi di Napoli grazie a un fondo di 800mila euro finanziato da Ales, una società del ministero dei Beni culturali. In realtà si tratta del completamento di un precedente finanziamento con cui la Curia realizzò nella chiesa di Donnaregina nuova il museo diocesano, aperto al pubblico nel 2008 e inaugurato alla presenza di Giorgio Napolitano.
Comprensibile la soddisfazione del cardinale: «Abbiamo qui delle opere di straordinario valore archeologico e culturale - dice Crescenzio Sepe - e dobbiamo condividerle con tutti aprendo le porte alla città e ai turisti».
L’obiettivo è uno solo: realizzare, in collaborazione con la soprintendenza, un percorso artistico e culturale collegato al turismo religioso. «La nostra idea - conclude il cardinale - è quella di costituire un lungo itinerario che dalle catacombe della Sanità arrivi fino a Donnaregina». Progetto ambizioso che inevitabilmente coinvolge anche Luciano Garella: «Siamo felici di offrire il nostro contributo, anzi abbiamo il dovere di farlo - dice il soprintendente - e parlare di tracciato turistico mi sembra addirittura riduttivo, qui siamo dinanzi a immensità architettoniche, artistiche e archeologiche che meritano anche di più. Napoli è una città che non finirà mai di stupirmi dove ogni volta che sposti un sasso viene fuori qualcosa di straordinario».