«È una domenica mattina, il 10 dicembre del 2017, don Antonio ci ha lasciati poco dopo l’alba. Dal 21 luglio era senza forze e aveva deciso di andare a Stresa, in quella che da sempre è la casa dei rosminiani, convinto di tornare ad Acerra al termine dell’estate. Ad accompagnarlo in quest’ultimo viaggio Ivana Bertalotto, una maestra che l’ha accudito per diciassette anni, buona parte trascorsi nella mansarda dell’ex convento domenicano, sui tetti di quei palazzi fatiscenti che tanto l’avevano colpito al suo arrivo ad Acerra Il tempo di accendere il pc, scrivere una decina di righe, fare un titolo, trasferire una foto dall’archivio. Dal momento della pubblicazione sul sito del Mattino non trascorrono più di dieci minuti e l’annuncio della scomparsa di don Riboldi rimbalza dovunque, nonostante il giorno di festa, quando nelle redazioni dei siti web e dei giornali si comincia a lavorare tardi. Prima notizia per quasi tutti i mezzi di informazione italiani e molte, autorevoli testate straniere: Bishop Antonio Riboldi, who has died aged 94, was one of the Roman Catholic Church’s leading opponents of the sicilian mafia and the camorra, scrive The Telegraph».
Così Pietro Perone ricora il quinto anniversario della morte di don Antonio Riboldi.