Don Pedro de Toledo, è giallo a Firenze: «Nessuno sa dove si trovino i resti»

Don Pedro de Toledo, è giallo a Firenze: «Nessuno sa dove si trovino i resti»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 11:05 - Ultimo agg. 11:09
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Don Pedro de Toledo smarrito negli infiniti labirinti della storia. E nei corridoi e nelle stanze dei depositi della Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Firenze. Si sta trasformando in un vero e proprio thriller storico, la vicenda che riguarda i resti del più grande viceré della storia napoletana. A 24 ore esatte dall'appello del sindaco Gaetano Manfredi che, aderendo all'iniziativa del Mattino partita all'indomani del restauro della chiesa di San Giacomo degli Spagnoli che ospita il mausoleo di don Pedro , si era augurato il trasferimento delle spoglie del viceré da Firenze a Napoli, nel capoluogo toscano si è attivata una caccia a documenti antichi che possano portare a rintracciare le ossa: i resti di Don Pedro non si trovano più nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. 

La storia dà, la storia toglie.

Dopo la campagna partita da queste pagine, in queste ore del giallo di don Pedro si sta occupando anche La Nazione di Firenze. Di sicuro trapela sia dalla Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, sia dall'Opera del Duomo di Santa Maria del Fiore le spoglie del viceré sono state spostate dalla loro collocazione originale (don Pedro morì nel 1553 durante un viaggio militare in Toscana, e da qui derivò la sua sepoltura nella cattedrale fiorentina). A testimoniarlo, c'è un'indagine portata avanti col georadar a ridosso del lockdown. Precedentemente, era stata l'Ambasciata Spagnola a chiedere il recupero dei resti di don Pedro, padre di Eleonora di Toledo (che divenne poi la sposa di Cosimo de' Medici, con cui diede vita alla seconda ondata dinastica della grande famiglia del Rinascimento fiorentino). Risultato: il corpo di don Pedro non si trovava più lì, nei pressi della lapide. Anche da San Giacomo degli Spagnoli, negli anni scorsi, era partita, invano, la ricerca di don Pedro nel Duomo fiorentino.

Una volta acquisita la certezza dell'assenza del viceré (figura di spicco a Napoli, meno in Toscana), all'Opera del Duomo di Firenze sono partite le indagini. Alla fine degli anni 70, in seguito alla terribile alluvione che distrusse Firenze nel 1966, furono allestiti lavori a Santa Maria del Fiore. Lo scopo era quello di rendere visibile la chiesa sotterranea. Ma la natura, con gli straripamenti dell'Arno, aveva rivendicato il suo potere sull'architettura umana, e nelle viscere del Duomo di Firenze alcuni pilastri erano franati gli uni sugli altri. Fu nel contesto di queste operazioni di restauro che i materiali rinvenuti nei sotterranei della Cattedrale, compresi i resti di don Pedro de Toledo, furono chiusi in una cassa e inviati alla Sovrintendenza Archeologica di Firenze. È un mistero che risale a mezzo secolo fa, in sostanza. La cui soluzione potrebbe essere celata nei depositi di piazza de' Pitti, sede della Sovrintendenza del capoluogo toscano. 

Dove furono portate le casse in questione cinquant'anni fa? Proprio da piazza de' Pitti potrebbero arrivare novità. Le ricerche sono partite. Non saranno facili. Tornando a Napoli, e precisamente a San Giacomo degli Spagnoli, grazie alla Real Hermandad de Nobles Españoles de Santiago, l'arciconfraternita che gestisce la basilica, e a Friends of Naples, i restauri sono a metà dell'opera. Attualmente, si procede coi lavori sul tetto. All'interno, sono state restaurate otto delle quindici cappelle. L'altare e l'organo vanno ristrutturati completamente. Arriva, in funzione del recupero, il plauso dell'ufficiale del Consolato Generale di Spagna a Napoli, Hector Manuel Lujan del Toro: «Sono felicissimo che le cose si stiano muovendo per il restauro della chiesa spiega l'edificio ha un legame importante con la Spagna, ma è altrettanto importante sottolineare che è gestito da un'Arciconfraternita napoletana. Sulla questione delle spoglie non possiamo dire nulla, perché toccherebbe alle autorità che gestiscono la chiesa, nonché alle autorità religiose toscane, napoletane e alla stessa famiglia del vicerè don Pedro de Toledo esprimersi sull'argomento. Dal punto di vista istituzionale non possiamo pronunciarci sulla vicenda della destinazione dei resti». La decisione finale per un ritorno di don Pedro nella sua città e nel suo mausoleo in piazza Municipio, insomma, non passa dal Consolato. Di sicuro, però, passa dalla soluzione dell'enigma della sparizione delle sue spoglie. 

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