Don Pedro da Toledo e Giotto, pasticcio sulle salme: giallo bis a Firenze

Don Pedro da Toledo e Giotto, pasticcio sulle salme: giallo bis a Firenze
di Gennaro Di Biase
Venerdì 18 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 08:23
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Don Pedro potrebbe essere Giotto. Le spoglie nel sepolcro del pittore a Santa Maria del Fiore potrebbero appartenere al viceré, il cui mausoleo si trova a San Giacomo degli Spagnoli, oggi in via di restauro. Il condizionale è d'obbligo, ma l'ipotesi è una delle possibilità messe in campo dalla Sovrintendenza Archeologica di Firenze che, dopo la campagna avviata dal Mattino (portata avanti anche dalla Nazione) e dopo l'appello di Manfredi alla restituzione dei resti di Toledo, ha accelerato nelle ricerche. Una vicenda su cui, probabilmente, solo gli esami del Dna potranno dare certezze. Intanto, procedono i preparativi per la messa dell'anniversario della morte del viceré a San Giacomo degli Spagnoli, prevista per il 22 febbraio.

Nella storia l'incredibile può avere vita breve. Il giallo avviato su queste pagine prende sempre più quota, fino a sfiorare un pasticcio di salme tra il pittore e il viceré. Circa 50 anni fa alcuni resti rinvenuti a Santa Maria del Fiore furono chiusi in casse e spediti in Sovrintendenza. Come si legge nella risposta arrivata ieri dal Laboratorio di Archeoantropologia della Sovrintendenza Archeologica fiorentina guidata da Andrea Pessina, negli archivi è stato ritrovato «l'estratto di una pubblicazione del 1981 dell'Università di Firenze in cui vengono date notizie sul ritrovamento e sullo studio successivo dei reperti ossei.

Il ritrovamento di due inumazioni affiancate avvenne in seguito a lavori di ripavimentazione intrapresi dall'Opera del Duomo. Gli scheletri furono portati all'Istituto di Antropologia. Si ipotizzò che lo scheletro dell'individuo anziano (65-70 anni) fosse quello di Giotto, in base a vaghe indicazioni del Vasari, ma altri dissero poteva trattarsi di Pedro di Toledo, che era stato appunto sepolto in Duomo. Il secondo individuo è invece fuori discussione perché era un giovane di 30-35 anni. Quindi le due ipotesi si riferiscono allo stesso soggetto e sono tra loro alternative». Insomma, quel corpo può essere di Giotto (morto a 70 anni), oppure di don Pedro (morto a 69 anni).

Giotto e don Pedro erano sepolti nella stessa area del Duomo, non distanti dalla porta dei Cornacchini. La collocazione del viceré nella Cattedrale, in altre parole, è in linea con quella del corpo del sopracitato anziano di 65-70 anni. Pedro prosegue la Sovrintendenza, «fu deposto dapprima in Santa Maria del Fiore in un sarcofago e circa 40 anni dopo fu interrato proprio dalla parte di via del Cocomero, il che corrisponde assai bene con il luogo dove è stata rinvenuta questa tomba». La certezza che quel corpo sia di don Pedro, sia chiaro, per ora non c'è: «Poiché lo scheletro era abbastanza in connessione anatomica scrive ancora la Sovrintendenza pare chiaro che si debba escludere trattarsi di Pedro di Toledo, dato che le ossa erano in connessione». Quei resti risulterebbero troppo intatti rispetto a quelli del viceré, che erano stati spostati e dunque potenzialmente più sconnessi. Anche il fatto che quello non sia il corpo di Pedro, però, è un'ipotesi. Del resto, più di una perplessità viene espressa anche sull'attribuzione delle spoglie a Giotto: «Molto probabilmente non si tratta neppure di Giotto avvisa la Sovrintendenza nonostante questo, i resti sono stati di nuovo tumulati in Duomo col nome di Giotto», durante una cerimonia del 2000, in cui fu riempito il sepolcro del pittore al Duomo. «Crediamo perciò che Pedro/Giotto non sia più accessibile», conclude la Sovrintendenza. È innegabile che la Sovrintendenza indichi il corpo tumulato nel monumento del pittore col nome di «Pedro/Giotto». Solo la scienza potrebbe rispondere sulla possibilità di riavere don Pedro a Napoli. Gli eredi del viceré non mancano. E sulle loro spoglie potrebbero essere portate avanti le indagini genetiche. Nel Terzo Millennio, sono stati numerosi i test del Dna nelle cappelle medicee. Se al posto di Giotto ci fosse davvero don Pedro, la riesumazione potrebbe fare chiarezza anche sul suo presunto avvelenamento in Toscana. 

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