Ercolano rivuole l'affresco di Ercole rubato: «Ripartiamo dalla bellezza»

Ercolano rivuole l'affresco di Ercole rubato: «Ripartiamo dalla bellezza»
di Carla Cataldo
Venerdì 10 Dicembre 2021, 11:10 - Ultimo agg. 13:50
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«Se quell'opera è stata sottratta al patrimonio artistico degli Scavi è giusto che torni ad Ercolano. Sarebbe l'ennesimo tassello della già vasta raccolta di bellezze a disposizione della città. Un'altra attrattiva per una realtà che vuole fare del turismo e della cultura il suo pane quotidiano». I principali attori del settore turistico si accodano all'appello lanciato dal sindaco Ciro Buonajuto e chiedono al governo di riconsegnare alla città l'affresco rubato nel 1995 e poi finito nelle mani del magnate Michael Steinhardt insieme a molti altri reperti provenienti da almeno 11 Paesi. L'indagine internazionale che ha coinvolto il ricchissimo e spregiudicato collezionista americano ha squarciato i veli sull'esistenza di un enorme patrimonio di tesori spariti nel nulla. Bellezze di cui in alcuni casi si ignorava persino l'esistenza, perché trafugate da tombaroli che le hanno individuate ben prima degli archeologi, e adesso riemerse: tra queste l'affresco dedicato a Ercole che sconfigge i serpenti, dal valore di un milione di dollari, riconducibile a un furto messo a segno a Ercolano a metà anni '90. 

Per Ciro Cacciola, direttore del Mav, il Museo archeologico virtuale che da alcuni anni accoglie con esposizioni ed effetti sorprendenti i visitatori degli Scavi di Ercolano, il recupero di quell'opera può rappresentare «l'ennesimo atto del progetto che punta a rilanciare il turismo cittadino, valorizzando le bellezze del territorio dopo i mesi bui della pandemia». D'accordo Angelo Pica, presidente del consorzio Costa Vesuvio, la catena di imprese turistiche dell'area vesuviana, che immagina la creazione di un museo diffuso, una sorta di parco archeologico e culturale a cielo aperto da mostrare ai turisti. «Proviamo a fare un salto di qualità sfruttando questo ritrovamento, e apriamo i depositi nei quali sono ancora custodite le bellezze di questa città», afferma: «Purtroppo sinora non siamo stati abbastanza bravi a valorizzare davvero i nostri tesori. Serve una opportuna campagna di comunicazione e sarebbe importante distribuire in maniera omogenea queste bellezze sul territorio». Luca Coppola, presidente della Pro Loco, è entusiasta: «Il ritorno dell'affresco a Ercolano rappresenta un atto di giustizia nei confronti della nostra città.

Facciamo nostro l'appello al ministro Franceschini, ricordando l'opera di David Packard, il magnate americano che innamorandosi del sito archeologico ha contribuito fattivamente al suo ripristino e alla sua nuova vita. Sosteniamo con vigore il ritorno di Ercole nella città che porta il suo nome, e immaginiamo una mostra straordinaria, affinché possa essere ammirato dai visitatori di tutto il mondo».

Per il professor Gianluca Del Mastro, docente di papirologia e paleografia nonché presidente dell'ente Ville Vesuviane, il ritorno a Ercolano dell'affresco potrebbe rappresentare anche un motivo per spingere all'ombra del Vesuvio studiosi e appassionati. «Si tratta di una buona notizia che lascia sperare che tanti reperti e opere di pregio, trafugate illecitamente dal territorio italiano, possano ritornare in tempi ragionevoli e ridiventare patrimonio dello Stato».

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