Un nuovo concept della «Festa dei Quattro Altari», con il rinnovo delle tradizioni artistiche come altari e tappeti: spazio ai giovani ma avvalendosi dell'esperienza dei giganti della storia e della tradizione. Con la consapevolezza, però, di alcuni limiti dovuti ai cambiamenti dei tempi. Ecco l'idea dell'amministrazione comunale, con il sindaco Giovanni Palomba e con l'assessore agli Eventi Enrico Pensati, che ha inserito nella prossima variazione di bilancio di circa 10 milioni di euro anche un capitolo dedicato alla cosiddetta «Festa e l'Uttava».
Nata come celebrazione del Corpus Domini (istituita da Papa Urbano IV nel 1264), la manifestazione appare a Torre del Greco nel XVII Secolo (si narra di due processioni: una nel giorno del Corpus Domini e l'altra otto giorni dopo, da qui il volgarismo «all'Uttava»); poi dal 1699 al motivo religioso si è aggiunto quello del Riscatto baronale dei torresi, per cui la tradizione è diventata identitaria della città corallina.
Un focus sulla festa è in atto, proprio in queste ore nell'ambito della kermesse Vulcano 4S, organizzata da Comune e Proloco con fondi della Città Metropolitana. Oggi a Villa Macrina, parte la mostra «Quattro Altari tra sacro e profano» che sarà seguita da un'omonima conferenza cui parteciperà il maestro Raffaele De Maio. Il direttore artistico di Vulcano 4S, Liborio D'Urzo, si occupò della direzione della Festa dei Quattro Altari nel 1999, quando si festeggiò il 300enario. «In quella occasione - D'Urzo - volli dare spazio ai giovani che secondo me, dovrebbero essere più coinvolti. La Festa è quella che ha sempre creato maggiori polemiche, anche perché c'è uno scontro tra i puristi che vorrebbero solo salvarne l'aspetto religioso e chi invece difende anche l'aspetto pagano e della tradizione che va recuperata».