Fiera del libro, il Comune di Napoli replica agli organizzatori: «Sconto di 14mila euro»

Fiera del libro, il Comune di Napoli replica agli organizzatori: «Sconto di 14mila euro»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 31 Ottobre 2022, 08:00 - Ultimo agg. 1 Novembre, 10:10
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Lettere e liti. Ricomincio dai libri: scoppia la polemica sulla kermesse culturale alla Galleria Principe. Lo scontro, in particolare, riguarda gli organizzatori dell'evento andato in scena da venerdì fino a ieri in Galleria - di proprietà comunale - e l'assessorato alla Cultura di Palazzo San Giacomo (la cui titolarità spetta al sindaco Manfredi). Dalle pagine de La Repubblica l'organizzatore della kermesse, lo scrittore Lorenzo Marone, aveva lamentato la mancanza di «sostegno» da parte dell'amministrazione. Arriva oggi la replica di Palazzo San Giacomo, che parla invece di un'«esenzione totale dal pagamento delle tassa relativa all'occupazione di suolo pubblico» negli spazi «di promozione culturale». La querelle dei libri, in sintesi, è servita.

Vista la scissione e i dissapori in corso tra gli editori partenopei, con la conseguente partizione dei festival culturali, allo stato attuale Napoli conta ben tre rassegne di libri, distribuite in location e stagioni diverse.

Una premessa: la polemica su Ricomincio dai libri si colloca, infatti, in questo contesto culturale a oggi frastagliato in città, e si situa - naturalmente - anche nel confronto politico post-elettorale interno al centrosinistra. Quindi sfocia nella cronica crisi economica del Comune. «Anche stavolta - ha scritto Marone su La Repubblica dell'altro ieri - per organizzare tre giorni di incontri intorno ai libri, presso la Galleria Principe, con la presenza di autori di caratura nazionale, stand di editori locali e non, e visitatori che come sempre hanno riempito ogni spazio, anche quest'anno, dicevo, non solo non abbiamo ricevuto alcun sostegno dal Comune, ma abbiamo dovuto sborsare 6mila euro per l'occupazione del suolo pubblico. Pagamento immediato, altrimenti la manifestazione salta. Così ci è stato detto». La «delusione» di Marone «è doppia - scrive - perché c'è un'amministrazione che ho votato, e nelle quale credevo, e che invece dimostra ancora una volta perché oggi la sinistra, il Pd, in particolar modo, perde voti, non aiuta gli ultimi e non promuove la cultura». Il ragionamento dell'organizzatore del festival sfocia a sua volta nel mettere in dubbio la rassegna per il 2023: «Non so se l'anno prossimo ci sarà ancora Ricomincio dai Libri», aggiunge lo scrittore. Le posizioni restano molto distanti. Se Lorenzo Marone è «deluso», l'umore a Palazzo San Giacomo è quanto meno indispettito, riguardo alla vicenda e alle critiche ricevute da parte dell'organizzazione della kermesse. I soldi sono pochi - ragionano dal Comune - e i saloni del libro sono ben tre in città (come abbiamo accennato sopra). La forma del finanziamento alla cultura, di conseguenza, per l'amministrazione si traduce nella scontistica sull'imposta di occupazione suolo: «Riconoscendo il notevole valore della rassegna Ricomincio dai libri - è la nota ufficiale di Palazzo San Giacomo - l'Amministrazione l'ha inserita nell'ambito della propria programmazione culturale. Da ciò è derivato, relativamente ai costi sostenuti dall'organizzazione per gli spazi in Galleria Principe, che il Comune ha concesso: l'esenzione totale dal pagamento della tassa relativa all'occupazione di suolo pubblico in tutti gli spazi in cui, nell'ambito della rassegna, si esercita attività di promozione culturale, ed una significativa agevolazione relativamente alla parte di suolo riservata all'attività commerciale di vendita dei libri, nel pieno rispetto del regolamento in materia».

 

La pratica è stata seguita dalla cabina di regia dell'assessorato alla Cultura (che, come detto, fa capo a Manfredi). Dagli uffici del Comune parlano di uno «sconto superiore al passato, di circa 14mila euro» rispetto ai «20mila» previsti per l'occupazione di quegli spazi in Galleria Principe. In ultimo, dal Municipio si replica anche sulla questione relativa al discorso politico: l'appartenenza a un partito piuttosto che a un altro - si osserva dagli uffici - non c'entra nulla con le pratiche amministrative che riguardano la presentazione di un progetto culturale. 

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