Il nuovo presidente della Fondazione Banco di Napoli Orazio Abbamonte, 61 anni, avvocato amministrativista, docente di Storia del Diritto all'Università Luigi Vanvitelli , ha illustrato ieri le linee guida del suo mandato. Accanto ad Abbamonte, i componenti del nuovo Cda, composto, oltre che dallo stesso presidente, dalla vicepresidente Rosaria Giampetraglia e dai consiglieri Dario Lamanna, Andrea Abbagnano Trione e Bruno D'Urso.
Presidente Abbamonte, preservare l'eredità storica del Banco di Napoli sarà uno dei suoi obiettivi?
«Compito fondamentale della Fondazione resta la valorizzazione del patrimonio archivistico, al quale sono correlati la biblioteca e soprattutto la pregevolissima emeroteca.
Al di là della memoria storica, quali sono gli altri obiettivi del suo mandato?
«Le fondazioni devono anzitutto saper scegliere tra le mille possibilità e le mille esigenze che vengono loro costantemente proposte. Devono saper individuare ciò che può aiutare meglio a ricostruire le società che in questo momento risultano sfilacciate, sono in grande difficoltà. Sul fronte della lotta alle diseguaglianze, ad esempio, abbiamo una struttura della fondazione che opera costantemente nel mondo del Terzo Settore».
Nell'ultima fase della precedente consiliatura ha espresso alcune critiche sui suoi predecessori.
«Secondo me la Fondazione si identificava troppo nella persona del suo presidente e del suo vicepresidente. È un modo di vedere le cose che io non condivido. La mia presidenza si caratterizzerà per il riconoscimento dei giusti ruoli istituzionali a tutte le sue componenti, anzitutto al consiglio generale che non si limiterà ad approvare i bilanci ma sarà estremamente propositivo attraverso i suoi 22 componenti. Immaginiamo, dunque, di quanta ricchezza di competenze e di conoscenze noi disponiamo e quanta ne perderemmo se non ci impegnassimo tutti al massimo nell'opera della Fondazione».
Dal suo programma emerge anche la necessità di una collaborazione con i consiglieri delle altre regioni.
«Si tratta di una risorsa importantissima perché i consiglieri sono espressione di tante aggregazioni sociali. La fondazione è presente nell'intero Mezzogiorno continentale».
Ci saranno cambiamenti negli assetti della Fondazione?
«Quello che al momento è formalmente solo segretario generale tornerà ad essere organo della Fondazione come direttore generale, cosicché si delineeranno anche all'interno dei rapporti tra gli organi della Fondazione ruoli precisi e ben definiti».
Sulla vicenda del risarcimento dei vecchi creditori del Banco di Napoli, ci sono novità?
«Questa città è stata maltrattata una trentina di anni fa e mi riferisco proprio a quella vicenda. C'è un contenzioso in atto e speriamo anche di poter raggiungere qualche risultato. Credo che la causa in questo momento sia passata in decisione, ma confido di stabilire un dialogo con il ministero dell'Economia, dove, comunque, ho trovato già degli interlocutori molto disponibili. Sono intese che si raggiungono se si trova un accordo. Presto ne sapremo di più. Opereremo solo nell'interesse della Fondazione».