Fondazione Banco di Napoli, Abbamonte nuovo presidente: «Archivio interamente digitale e visibile in tutto il mondo»

«La nostra fondazione è presente nell'intero Mezzogiorno continentale»

Orazio Abbamonte è il nuovo presidente della Fondazione Banco di Napoli
Orazio Abbamonte è il nuovo presidente della Fondazione Banco di Napoli
di Valerio Iuliano
Giovedì 24 Novembre 2022, 10:00
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Il nuovo presidente della Fondazione Banco di Napoli Orazio Abbamonte, 61 anni, avvocato amministrativista, docente di Storia del Diritto all'Università Luigi Vanvitelli , ha illustrato ieri le linee guida del suo mandato. Accanto ad Abbamonte, i componenti del nuovo Cda, composto, oltre che dallo stesso presidente, dalla vicepresidente Rosaria Giampetraglia e dai consiglieri Dario Lamanna, Andrea Abbagnano Trione e Bruno D'Urso. 

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Presidente Abbamonte, preservare l'eredità storica del Banco di Napoli sarà uno dei suoi obiettivi?
«Compito fondamentale della Fondazione resta la valorizzazione del patrimonio archivistico, al quale sono correlati la biblioteca e soprattutto la pregevolissima emeroteca.

Stiamo perseguendo da anni la strada della digitalizzazione di ampi materiali tratti dai diversi fondi, non soltanto quelli costituiti dai Banchi Pubblici napoletani d'età moderna. L'archivio ha contenuti di rilevanza mondiale. Basti pensare che qui si può studiare come si sono formate le banche. Stiamo cercando di fare in modo che possa essere fruito non soltanto da chi viene qui a lavorarci, ma contiamo di portarlo anche oltre oltreoceano. Digitalizzando i contenuti poniamo questo materiale idealmente in circolazione per il mondo. Dopo aver digitalizzato il materiale, contiamo di spostarlo anche in altri luoghi sicuri. L'archivio occupa attualmente 4 piani di Palazzo Ricca, i materiali hanno un'estensione pari a 103 km. È un archivio grande quanto l'Archivio di Stato di Venezia».

Al di là della memoria storica, quali sono gli altri obiettivi del suo mandato?
«Le fondazioni devono anzitutto saper scegliere tra le mille possibilità e le mille esigenze che vengono loro costantemente proposte. Devono saper individuare ciò che può aiutare meglio a ricostruire le società che in questo momento risultano sfilacciate, sono in grande difficoltà. Sul fronte della lotta alle diseguaglianze, ad esempio, abbiamo una struttura della fondazione che opera costantemente nel mondo del Terzo Settore».

Nell'ultima fase della precedente consiliatura ha espresso alcune critiche sui suoi predecessori.
«Secondo me la Fondazione si identificava troppo nella persona del suo presidente e del suo vicepresidente. È un modo di vedere le cose che io non condivido. La mia presidenza si caratterizzerà per il riconoscimento dei giusti ruoli istituzionali a tutte le sue componenti, anzitutto al consiglio generale che non si limiterà ad approvare i bilanci ma sarà estremamente propositivo attraverso i suoi 22 componenti. Immaginiamo, dunque, di quanta ricchezza di competenze e di conoscenze noi disponiamo e quanta ne perderemmo se non ci impegnassimo tutti al massimo nell'opera della Fondazione».

Dal suo programma emerge anche la necessità di una collaborazione con i consiglieri delle altre regioni.
«Si tratta di una risorsa importantissima perché i consiglieri sono espressione di tante aggregazioni sociali. La fondazione è presente nell'intero Mezzogiorno continentale».

Ci saranno cambiamenti negli assetti della Fondazione?
«Quello che al momento è formalmente solo segretario generale tornerà ad essere organo della Fondazione come direttore generale, cosicché si delineeranno anche all'interno dei rapporti tra gli organi della Fondazione ruoli precisi e ben definiti».

Sulla vicenda del risarcimento dei vecchi creditori del Banco di Napoli, ci sono novità?
«Questa città è stata maltrattata una trentina di anni fa e mi riferisco proprio a quella vicenda. C'è un contenzioso in atto e speriamo anche di poter raggiungere qualche risultato. Credo che la causa in questo momento sia passata in decisione, ma confido di stabilire un dialogo con il ministero dell'Economia, dove, comunque, ho trovato già degli interlocutori molto disponibili. Sono intese che si raggiungono se si trova un accordo. Presto ne sapremo di più. Opereremo solo nell'interesse della Fondazione». 

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