Verrà riaperto oggi pomeriggio il portale della Fondazione San Giuseppe dei Nudi. Si tratta dell'accesso posteriore rispetto alla chiesa, chiuso sessant'anni fa e mai più riaperto. In realtà quella era la principale porta d'accesso al complesso del «Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell'Opera di Vestire i Nudi e Vergognosi», che comprendeva il palazzo con l'oratorio, la sala della Congregazioni, il giardino e la chiesa che affaccia sulle scale che sbucano su via Pessina. La cerimonia ufficiale di riapertura del portone si svolgerà questo pomeriggio, alle 17,30. Sarà il presidente della Fondazione San Giuseppe dei Nudi, Ugo de Flaviis, ad accogliere gli invitati (autorità e persone comuni desiderose di riscoprire quel luogo) assieme alla governatrice, e consulente per il patrimonio storico-artistico dell'Ente, Almerinda Di Benedetto. Alla cerimonia sarà presente anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
Il momento della riapertura è importante per due motivi, il primo riguarda l'accurato lavoro di restauro del portale, curato dall'architetto Mauro Improta; il secondo è legato alla prossima apertura delle sale della Fondazione che prenderanno le definitive fattezze del museo.
«Riaprire questo portale d'accesso significa riportare la comunità dentro San Giuseppe dei Nudi - dice con orgoglio il presidente della Fondazione, Ugo De Flaviis - è un progetto che prevede, nel giro di poche settimane, di arrivare all'inaugurazione della struttura museale e, quindi, alla definitiva rinascita di questo luogo». Soddisfatto della piccola impresa anche l'architetto Mauro Improta: «Il portale era bloccato da un muro, l'abbiamo rimosso e abbiamo recuperato il legno e il piperno che lo circonda con le due lapidi, poi ci siamo dedicati anche all'androne. È un primo passo ma è determinante». Al termine dalla cerimonia di riapertura del portale ci sarà la presentazione del libro «Napoli Insolita e Segreta», scritto da Valerio Ceva Grimaldi e Maria Franchini. All'evento, moderato dal giornalista Ottavio Lucarelli, saranno presenti l'autore e la docente della Federico II, Daniela Savy.