Un altro appuntamento mancato, un altro giugno trascorso senza Gigli, senza la ballata degli obelischi che rinnovano da secoli il sentimento di fede nei confronti di San Paolino, padre della chiesa e patrono della Diocesi. Oggi per Nola sarebbe stato il momento più atteso dell'anno e invece il Covid ha cancellato per la seconda volta uno spettacolo, un rito, un messaggio d'amore così straordinario da esser diventato patrimonio dell'umanità Unesco. Eppure «O' jiuorno chiu' bell», o meglio la suggestione di ciò che rappresenta nel cuore di ogni nolano, rivivrà attraverso un plastico che riproduce fedelmente ciò che per 24 ore ma anche di più avviene nel teatro massimo della Festa dei Gigli: piazza Duomo.
La folla festosa che si accalca, i Gigli che ballano, la musica e perfino gli annunci con il microfono.
«Gli otto gigli e la barca - spiega Raffaele Fiorentini - grazie a un dispositivo meccanico riproducono le tipiche girate, restituendo fedelmente la suggestione della ballata domenicale in piazza Duomo, La forza delle paranze, l'incedere della folla, il momento della benedizione, il vociare degli astanti viene rievocato attraverso questo dettagliatissimo plastico che restituisce alla città una fedele istantanea della domenica successiva al 22 giugno, quando i giganti sfilano per le vie del centro storico in quella che per i nolani rappresenta la giornata più lunga dell'anno».
A sostenere l'iniziativa della mostra, anche l'associazione «Noi che amiamo Nola». Intanto, diventa nolana la guida di Gramas, l'associazione delle comunità delle feste italiane della Rete delle macchine a spalla che hanno ottenuto il sigillo Unesco. La presidenza è stata infatti, assegnata a Luca De Risi, che è anche a capo della Compagnia di San Paolino.